Due proposte alla giunta Pisapia per rilanciare le botteghe artigiane a Milano. A formularle è l’Unione degli artigiani, che ha scritto una lettera all’assessore all’Urbanistica ed edilizia privata, Lucia De Cesaris. Sono ben 4mila i laboratori e le botteghe che rischiano l’espulsione dalla città di Milano, perché non riescono a sostenere gli affitti a prezzi di mercato anche a seguito dei rincari Imu pari al 140% per le botteghe e al 115% per i laboratori. L’Unione degli artigiani propone quindi di equiparare servizi e negozi di vicinato, in modo che un costruttore che cede spazi a queste attività possa poi costruire per le stesse metrature. Chiede inoltre la costituzione di parchi dell’artigianato sul modello di quelli già realizzati in altre realtà come la Scozia. Ilsussidiario.net ha intervistato Carlo Masseroli, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, per chiedergli di commentare le due proposte.
Masseroli, che cosa ne pensa di quanto affermato dall’Unione degli artigiani nella lettera all’assessore De Cesaris?
Chiunque genera ricchezza, come gli artigiani, deve trovare spazio nella città. Ogni norma che li sostiene va quindi salvaguardata, mentre ogni provvedimento che li frena va eliminata. Le botteghe creano lavoro e sicurezza nella città. In un momento economico difficile, gli artigiani hanno una possibilità di investimento inferiore ad altre tipologie di imprenditori.
Che cosa deve fare quindi il Comune?
Innanzitutto, l’amministrazione comunale non deve entrare nella libera volontà, capacità e scelta d’ambito d’investimento di ciascun artigiano, ma deve riconoscerne il valore. Questo vuol dire considerare gli artigiani come un servizio per la città. Il Comune deve cioè riconoscerne il ruolo positivo, tanto più in un momento in cui in un mercato completamente libero gli artigiani si trovano in condizioni di difficoltà. Palazzo Marino deve generare le modalità per fornire agli artigiani degli spazi a prezzi bassi. Come avevo indicato nel Pgt redatto quando ero assessore, ciò significava consentire a queste funzioni di avere spazi a prezzi più bassi di circa il 30% rispetto al mercato. Cioè agli stessi prezzi a cui la pubblica amministrazione concede i propri spazi ai soggetti che fanno servizi.
Quale percorso aveva consentito l’offerta di spazi a prezzi bassi attraverso il Pgt?
La cosiddetta “perequazione”, in base a cui chiunque offre spazi a servizi, artigiani compresi, può costruire per la stessa metratura in punti più vantaggiosi della città. Prendiamo per esempio un costruttore che ha più spazi in periferia, pari a 1000 metri quadri, e che fatica a vendere soprattutto a prezzi di mercato. Il Pgt consentiva che se questo spazio fosse stato dato a prezzi agevolati a realtà che fanno servizi, artigiani compresi, il soggetto privato che forniva l’immobile potesse costruire per altri 1000 metri quadri, in ambiti tra l’altro più vantaggiosi economicamente.
Ma quindi la proposta dell’Unione artigiani è la stessa che era stata inserita nel Pgt della giunta Moratti?
Esattamente. Quando un costruttore ottiene un permesso per costruire, questo vale per un numero specifico di metri quadri. Se su 3000 metri quadri ne destina 300 ad attività artigianali, potrà costruirne 3.300 perché quei 300 non contano. Questo è il meccanismo che abbiamo messo in piedi nel Pgt approvato dalla giunta Moratti, e che adesso è stato significativamente ridotto. Dal punto di vista normativo la possibilità resta, dal punto di vista economico di fatto no. La giunta Pisapia ha introdotti cavilli burocratici e bizantinismi e ridotto gli incentivi, al punto che l’identità tra servizi e botteghe artigianali di fatto non è più sostenibile dal punto di vista economico e delle procedure.
Che cosa ne pensa invece della proposta di costruire dei parchi dell’artigianato ai sensi della legge regionale 4/2012?
Se l’Unione degli artigiani ha delle idee si faccia avanti e le portino alla nostra attenzione. Se l’iniziativa è sostenibile e rappresenta realmente un’opportunità per la città, io appoggerò chi la promuove. Si tratta infatti di una ricchezza per il nostro territorio e non sostenerla sarebbe un errore imperdonabile. Non conosco i dettagli di questa idea, ma a prima vista è certamente interessante.
(Pietro Vernizzi)