L’imu non piace a nessuno, nemmeno al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni che, durante la manifestazione dei sindaci Pdl a Monza il 12 maggio, ha suggerito: “Non paghi l’Imu chi non è nominalmente proprietario” eliminando così l’imposta per la prima casa. Per il Governatore la miglior ricetta per la crescita è ridurre le imposte e aiutare i cittadini che sono in difficoltà. Questa mattina una cinquantina di primi cittadini hanno sfilato per le vie di Monza con tanto di fasce tricolori contro l’Imu sulla prima casa e sul fatto che la tassa, così concepita, li trasforma in veri e propri esattori. I sindaci hanno poi sottoscritto una lettera che verrà consegnata al Premier Mario Monti nella quale si chiede di cancellare l’Imu sulla prima casa, così come era stato deciso durante il Governo Berlusconi. Sulla proposta del Governatore lombardo abbiamo chiesto per IlSussidiario.net un parere a Paolo Costanzo, commercialista e membro della Commissione Governance Società quotate presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano.
Come giudica la proposta di Formigoni?
Sotto il profilo della giustizia sociale è una proposta che merita considerazione: tutti gli interventi per cercare di ridurre la pressione fiscale sono sforzi più che positivi. Tanto più, questi tipi di proposte possono stimolare la crescita poiché rendono disponibili maggiori somme per i cittadini. Purtroppo, però, in questo periodo le proposte si scontrano con le esigenze di gettito del Paese e, dal momento che non è possibile intervenire sulla riduzione degli sprechi o, probabilmente nessuno ha l’intenzione di farlo, difficilmente si potrà intervenire sulla riduzione del gettito. Del resto i conti pubblici sono disastrosi e probabilmente andranno a peggiorare in quanto le stime formulate in fase di determinazione del gettito del 2012 erano migliori rispetto a quelle che si stanno materializzando. Già si parla di un pil negativo per l’1,4%, anche se a mio parere si potrebbe arrivare al 3%, visto come stanno andando le cose in Italia.
Ci potrebbe essere un tempo migliore per attuarla?
Dipende da quando potrebbe iniziare la ripresa che andrebbe a compensare una ipotetica mancanza di gettito da norme agevolative. E questo avverrà quando si elimineranno le spese improduttive, gli sprechi e gli sperperi. O in alternativa si potrebbe pensare di vendere il patrimonio immobiliare dello Stato, improduttivo o addirittura oneroso per lo stato stesso.
La reintroduzione dell’Imu è giustificata?
Sicuramente sì, per andare a sanare i conti che ho appena citato. D’altro canto dover erogare una nuova somma per qualcosa che è già stato tassato diventa oneroso: quando acquisto un immobile le somme che utilizzo sono già state poste a tassazione quindi è una sorta di duplicazione di imposta. Sotto il profilo fiscale, gli immobili sono letteralmente aggrediti.
E’ possibile che la Lombardia possa ragionare in maniera autonoma sotto questo punto di vista?
L’Imu è un’imposta comunale poiché il gettito andrebbe nelle loro casse. Per cui i comuni lombardi dovrebbero dimostrare una virtuosità molto evidente in termini di grande capacità di risparmio e di riduzione degli sprechi, senza intaccare i servizi dovuti ai cittadini. Purtroppo, dai dati che abbiamo, i comuni che potrebbero permettersi di fare a meno di queste entrate risultano davvero pochi.
Sarebbe ipotizzabile distrarre gettiti ricavati da altre imposte?
Se si riuscisse, ad esempio, a creare un fondo con ciò che deriva dalla lotta all’evasione, sarebbe fattibile sostituire il gettito Imu. Purtroppo, nel nostro Paese è difficile fare una politica economica ben pianificata poiché, spesso, chi assume decisioni lo fa sulla base del consenso e non sui reali bisogni del paese.
In quanto si potrebbe quantificare un’ipotetica mancanza di gettito Imu?
A livello governativo è stata pubblicato, quando è stata introdotta l’Imu, il gettito derivante però non so quanto sia disponibile una correlazione fra proprietari di casa e mutui ad essi correlati.