Alla fine lo sgombero è arrivato. Le forze dell’ordine sono entrate questa mattina all’alba nella Torre Galfa di Milano, palazzo di 32 piani di proprietà del gruppo Ligresti occupato da una decina di giorni da circa quaranta persone, il cosiddetto Collettivo Macao. Loro si definiscono «artisti, curatori, critici, guardia sala, grafici, performer, attori, danzatori, musicisti, scrittori, giornalisti, insegnanti d’arte, ricercatori, studenti», e avevano deciso di occupare l’immobile da anni in stato di abbandono con l’obiettivo di creare «nuovi spazi culturali», così come era stato per il Teatro Valle di Roma. L’annuncio dello sgombero, che si sta svolgendo senza disordini o incidenti, era partito questa mattina intorno alle 7 su Twitter: «Accorrete, accorrete, sgomberano. Andiamo tutti!». La Rete è arrabbiata e indignata e sul social network il tam tam è inarrestabile: «Dopo 7 anni di abbandono la famiglia Ligresti si sveglia?», si legge. Sono tanti i personaggi che in questi giorni si sono schierati a favore del Collettivo Macao, da Lella Costa, Dario Fo, Elio Germano, Valerio Mastandrea, fino a Francesca Comencini. In un solo giorno erano state raccolte circa trentamila firme per evitare che si arrivasse allo sgombero, ma l’iniziativa non ha portato i suoi frutti. Solo ieri il sindaco di Milano Giuliano Pisapia aveva invitato i membri del Collettivo a partecipare «a un bando pubblico» per la concessione di spazi pubblici. Riguardo a un eventuale sgombero, il primo cittadino milanese aveva però fatto sapere che la decisione non spettava al Comune, puntando il dito contro il gruppo Ligresti, proprietario dell’immobile («Sicuramente una proprietà che lascia degradare un immobile così importante per la città non fa gli interessi propri, nè della città») e ai suoi assessori, tra i quali «probabilmente c’è stata poca coesione e poca sintonia, che lavoravano bene ma separatamente». L’occupazione della Torre Galfa era avvenuta una decina di giorni fa, con l’intento di creare «il nuovo centro per le arti di Milano», a detta degli occupanti. 



Come si legge in un comunicato del Collettivo Macao circolato in questi giorni, l’obiettivo principale era quello di creare un luogo in cui «gli artisti e i cittadini possono riunirsi per inventare un nuovo sistema di regole per una gestione condivisa e partecipata che, in totale autonomia, ridefinisca tempi e priorità del proprio lavoro e sperimenti nuovi linguaggi comuni».



 

 

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