Dopo il successo de “Il giovane Montalbano”, l’attrice Katia Greco, che ha interpretato Mary, la prima fidanzata del commissario di Vigata, approda a Milano al Teatro San Babila, dove sarà protagonista della pièce comica “Ti sposo ma non troppo”. Lo spettacolo, scritto, diretto e interpretato da Gabriele Pignotta e che sarà in scena sino al 27 maggio, racconta del caos sentimentale dei trentenni di oggi, refrattari ai legami e attratti dai social network che seminano zizzania fra le coppie collaudate e ne formano di nuove. Un ruolo inedito per la giovane attrice messinese dagli occhi verdi che ha interpretato sempre ruoli drammatici e poi, naturalmente, “Il giovane Montalbano”. L’abbiamo raggiunta al telefono per Il Sussidiario.net nella sua trasferta milanese fra un provino (top secret) e le prove in teatro durante un rumoroso viaggio in metropolitana.
Katia, i social network entrano anche nel linguaggio teatrale..
Esatto, si tratta di una commedia degli equivoci in cui Facebook gioca la parte del diavoletto tentatore. Soprattutto su una coppia che è in procinto di sposarsi e causerà una seria crisi. Io, invece, interpreto Andrea, una ragazza romantica e sognatrice che viene lasciata davanti all’altare dal fidanzato e tutto questo scatenerà depressioni, crisi di panico e isterismi al solo udire la parola “matrimonio”. Finirò nelle mani di un finto analista, quarantenne, seduttore e sciupa femmine che non intende mettere la testa a posto. L’amore però alla fine farà capolino, fra un tradimento e una scenata. E’ la classica commedia degli equivoci che sicuramente farà molto divertire.
E’ capitato che Facebook mettesse lo zampino nella tua vita o in quella di qualcuno che conosci?
Non personalmente. Sono fidanzata da nove anni e uso Facebook principalmente per lavoro, per ritrovare persone care della mia infanzia e adolescenza oppure per restare in contatto con parenti e amici che sono rimasti in Sicilia e che frequentavo quando abitavo a Messina. Conosco, però, alcuni amici che hanno subito il fascino o hanno accusato gli scherzi di Facebook, che ti permette di scrivere liberamente senza inibizioni cose che magari a tu per tu con una persona non avresti mai il coraggio di dire. E’ un’arma a doppio taglio ed è importante saperne fare il giusto uso. Penso anche che l’amore, per potersi esprimere, ha bisogno di contatto umano e di un vero rapporto a trecentosessanta gradi.
E’ la tua prima esperienza teatrale?
No, ho già portato in scena “La grande cena”, uno spettacolo del 2009 con Ettore Bassi e Luigi Iacuzio al Teatro Sette di Roma che parlava del peccato capitale della gola. Una piece drammatica e molto differente da “Ti sposo ma non troppo”: questa infatti è la mia prima esperienza teatrale che spazia nella commedia.
Come ti trovi ad affrontare situazioni più brillanti?
Sono veramente felice di aver scelto di interpretare questo ruolo, perché sta ottenendo buoni consensi di pubblico in varie parti d’Italia, e ora anche a Milano, che ospita la compagnia per la prima volta. Soprattutto, ho scoperto di possedere questa vena comica che mi ha permesso di scoprire lati inediti della professione di attrice.
Come è stato per te il passaggio fra il set televisivo e il teatro?
Mi trovo a mio agio sul set televisivo perché ho trascorso la maggior parte del tempo in quel mondo: per ora ho avuto la possibilità di recitare solo in fiction, ma mi auguro di poter fare esperienze anche nel cinema. Sul set c’è questa presenza particolare che è la cinepresa che fa da filtro magico fra te e lo spettatore: tutto deve essere studiato nei minimi dettagli, ogni più piccola espressione deve essere pensata con cura. La cinepresa è come un amante che ti segue ovunque e ti rende bella se anche tu la ami. A teatro, d’altra parte, c’è uno stretto rapporto con il pubblico e non c’è lo stop del regista che ti può salvare da qualche errore o “papera”. Ogni sera è sempre un’esperienza nuova e devi andare avanti qualsiasi cosa accada, mantenendo la stessa energia dall’inizio alla fine. Se il pubblico lo percepisce, sicuramente apprezzerà e coglierà questa ondata di energia che ti rende euforico. Il palcoscenico è un’ottima palestra per affinare la professione di attore e ti da una marcia in più.
Come è stato lavorare nel prequel di una fiction così amata come “Il giovane Montalbano”?
Oltre al fatto che si è trattato di una produzione di punta di Raiuno, per me è stato davvero fantastico lavorare in una serie che da tanti anni emoziona un pubblico così vasto. Ma soprattutto da siciliana mi ha fatto piacere interpretare la prima fidanzata di Montalbano, che condivide le mie stesse origini e girare nella mia terra è stato bellissimo: non è stato un lavoro ma quasi una vacanza! Nel tempo libero andavo al mare e avevo occasione di mettermi a tavola e abbuffarmi con i buonissimi prodotti della mia terra. E’ stato il trampolino di lancio per tanti altri progetti e l’occasione per lavorare con bravi giovani attori, come Michele Riondino.
Ti manca la tua terra ora che ti sei trasferita a Roma per lavoro?
Certo, ma soprattutto mi mancano gli affetti della mia famiglia a cui sono molto legata. Roma, comunque, mi piace molto anche se è un po’ troppo estesa rispetto a Messina: la gente però è ospitale e simpatica.
Hai avuto modo di conoscere Camilleri?
Non personalmente perchè le mie scene sono state interamente girate in Sicilia. Gran parte del cast ha avuto modo di incontrarlo a Roma perchè è andato sul set a Cinecittà a vedere come veniva girata la fiction. Tramite la serie, però, sono diventata molto amica della nipote di Camilleri, Alessandra: è una ragazza che come me crede molto in questo lavoro, ma in tutti questi anni non ha mai sfruttato la sua posizione per ottenere un ruolo all’interno della fiction con Zingaretti. Quest’anno, però, finalmente si è convinta a partecipare per una piccola parte ed è nata questa bella amicizia sul set.
Quale progetto riguardava il provino che hai fatto oggi?
Non lo dico per scaramanzia.
Quali sono i tuoi impegni futuri?
C’è un progetto che porterà in scena a teatro “Il berretto a sonagli” lo spettacolo di Pirandello con Pino Caruso e poi c’è un progetto cinematografico: sarò nel cast del film “The elevator” girato interamente in lingua inglese dove dovrei fare un piccolo ruolo. Spero che vada in porto perchè, per me, sarebbe la prima esperienza cinematografica.
(Federica Ghizzardi)