Cari amici,

Mi avrebbe fatto particolarmente piacere essere oggi con Voi per discutere su un volume, appassionato e appassionante, sull’identità e la storia di Milano, ma purtroppo non mi è stato possibile spostare un impegno istituzionale da tempo programmato.

Voglio non solo inviare il mio saluto ma ringraziarVi per l’iniziativa di presentare un libro che considero un vero e proprio atto d’amore per la nostra città, oltre che un contributo che arricchisce non solo il dibattito scientifico e culturale ma anche il patrimonio di consapevolezza di chi opera e interviene fattivamente nella società. Un grazie di cuore al Professor Danilo Zardin e a tutti gli autori degli autorevoli contributi di questa preziosa opera. La lettura de “Il cuore di Milano” e il dibattito di oggi sono occasioni stimolanti per approfondire temi che considero centrali per il futuro della nostra comunità cittadina.



C’è un aspetto dello spirito e del retaggio storico e culturale di questa città che emerge in molti dei saggi raccolti nel libro e che mi fa piacere sottolineare: penso alla descrizione e all’analisi di quella capacità, emersa con particolare forza in alcuni momenti della storia di Milano, di amalgamare in forme innovative e inedite apporti e suggestioni diverse, a volte perfino contraddittorie. Prerogativa che è andata di pari passo con la conservazione di un patrimonio di tradizioni e di culture che hanno avuto una parte centrale nella creazione di un forte senso di appartenenza, di uno spiccato spirito identitario che, ben lungi dall’aver rappresentato un motivo di chiusura o involuzione, è stato uno degli elementi fondanti del progresso civile e materiale di Milano.



Una vocazione che ha portato nel tempo a coinvolgere ceti e attori sociali diversi in un progetto comune, coniugando spinte e tensioni potenzialmente disgregatrici verso soluzioni progressive e innovative. Si tratta di una potenzialità che è anche uno dei tratti peculiari più significativi della nostra città, che dobbiamo porre al centro dell’agire politico e sociale. Questo orientamento è impresso negli indirizzi che l’attuale Amministrazione intende proseguire con decisione, promuovendo la partecipazione e il coinvolgimento di tutte le componenti della realtà cittadina, sia nel processo generativo delle decisioni che in quello della loro realizzazione.



Approfitto di questa occasione per ringraziare la Fondazione Sussidiarietà, che per un decennio ha portato avanti con la propria attività un importante lavoro di stimolo e di produzione di modelli innovativi: convegni, seminari, corsi, pubblicazioni che hanno rappresentato e rappresentano uno strumento indispensabile di analisi e di conoscenza, soprattutto per chi ha il compito di amministrare una realtà complessa come quella di una grande città.

Vi ringrazio nuovamente e rinnovo l’impegno mio e dell’intera Amministrazione ad assumere un ruolo di regia e di impulso indispensabile per valorizzare e mettere a frutto l’enorme potenziale racchiuso nel “cuore di Milano”. Una ricchezza di tradizioni, di creatività, di senso civico, di voglia di fare per sé e per la collettività, che Milano saprà mettere a disposizione, ancora una volta, dell’intera comunità nazionale.

Vi saluto con simpatia e Vi auguro buon lavoro.

 

Giuliano Pisapia