Una riduzione del traffico pari al 7% in tutta la città e al 35% nelle zone centrali interessate dalla congestion charge. Sono i dati sull’Area C che emergono dall’ultimo report di Amat, l’Agenzia per la mobilità del Comune, secondo cui le attese alle fermate dei mezzi pubblici oltre i cinque minuti si sono dimezzate e le velocità di percorrenza sono aumentate del 10%. Per l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, “i dati si stanno stabilizzando e il trend dell’abbattimento del traffico si sta consolidando”. A ribattergli è Marco Ponti, professore di Economia applicata al Politecnico di Milano, secondo cui “questi dati andrebbero confrontati con la diminuzione del traffico che si è registrata a livello nazionale per l’aumento del prezzo della benzina e per la crisi economica. Il combinato disposto di questi due elementi ha determinato forti riduzioni della congestione stradale in tutta Italia e non solo nel centro di Milano”.



Professor Ponti, alla luce dei dati di Amat, quali sono i pro e i contro di Area C?

L’Area C ha il difetto fondamentale di ritagliare la città in due anelli: il centro, dove c’è il vincolo del ticket, e il resto della metropoli dove si verificano fenomeni non del tutto condivisibili.

A che cosa si riferisce?

Per esempio alle ricorrenti infrazioni del Codice della Strada come la sosta in doppia fila. Dai provvedimenti sul traffico dell’attuale giunta, sembrerebbe che chi vive in centro abbia il diritto di vivere meglio rispetto ai residenti delle periferie. Se fossi stato nel sindaco Giuliano Pisapia, avrei pensato piuttosto a una disciplina molto più severa del traffico sul modello di quanto avviene negli Stati Uniti. L’America è la patria dell’automobile, e non certo del trasporto pubblico, ma non ci si azzardi a lasciare la macchina in doppia fila a New York: lo si ricorderà per il resto dei propri giorni, non tanto per la severità, ma per la certezza della pena. Bastano cinque minuti in sosta vietata perché sia applicata la sanzione, in quanto il controllo è inesorabile. L’obiettivo è fare sì che chiunque commette un’infrazione una volta, poi sia fortemente disincentivato a ripeterla.



Anche a Milano però sono applicate multe salate …

Nella nostra città lasciare l’auto in sosta vietata o in doppia fila è addirittura conveniente. Se la probabilità di essere sanzionati è di una su 50, violare il Codice della strada costa come comprare un caffè, meno quindi rispetto al parcheggio a pagamento. Su questo non ci sono segnali di una maggiore attenzione da parte dei vigili urbani. Per attuare una politica del traffico efficace, occorre avere una chiara idea della percentuale di sanzioni rispetto al numero di infrazioni. A Milano ci sono stabilmente 90mila macchine in sosta vietata, secondo quanto risulta da un’indagine fatta qualche tempo fa dall’Automobile Club. Una politica intelligente dovrebbe misurare le infrazioni e le sanzioni, e gli effetti sarebbero probabilmente analoghi a quelli dell’Area C, però in modo molto più semplice e trasparente. Bastava rendere chiaro una volta per tutte che non si può infrangere il Codice della strada. Invece a Milano vige il “liberi tutti”, e poi Pisapia vuole fare l’Area C: è questo a non convincermi.



 

Lei quindi avrebbe preferito che non fosse introdotta l’Area C?

 

Io avrei pensato a una strategia differente per ottenere gli stessi risultati con minori costi pubblici e un effetto distribuito su tutta la città in modo più razionale.

 

Per quale motivo è convinto del fatto che multando la sosta in doppia fila si possa snellire il traffico?

 

Perché se non sa dove parcheggiare, in quanto la multa in sosta vietata è sanzionata, il cittadino non prenderà più l’auto ma i mezzi pubblici. Il risultato dello snellimento del traffico sarà dunque garantito.

 

Quali altri aspetti di Area C andrebbero migliorati?

 

Occorrerebbe potenziare il trasporto pubblico nell’area del centro. Atm non riesce a farlo per ragioni di bilancio, mentre se per esempio fosse consentito mettere a gara il rinforzo delle linee con operatori che sono in grado di offrire quei servizi a costi molto più bassi, si potrebbe ridurre in modo sensibile il numero di milanesi che utilizzano l’auto. In seguito alla congestion charge per esempio i mezzi pubblici sono diventati molto più affollati, e questo rappresenta un disagio per i viaggiatori.

 

Secondo il Comune, l’Area C ha reso più rapide le corse dei mezzi pubblici …

 

Anche in questo caso, occorrerebbe vedere quanto è stato l’effetto della congestion charge rispetto alla diminuzione complessiva della circolazione automobilistica che è avvenuta in tutta Italia. L’effetto del ticket d’ingresso sulla riduzione del traffico probabilmente è quindi inferiore a quella stimata dai tecnici dell’Agenzia per la Mobilità.

 

(Pietro Vernizzi)

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