“L’aria che si respira a Milano non è dannosa per la salute. La riduzione dello smog grazie ad Area C è quindi ininfluente e rappresenta solo un costo e un problema”. A esserne certo è Franco Battaglia, professore di Chimica ambientale all’Università di Modena. Ieri il Comune di Milano ha pubblicato il rapporto sulle emissioni atmosferiche nella Cerchia dei Bastioni, da cui risulta che le emissioni di Pm10 allo scarico calano del 61% rispetto al 2008, quando era in vigore Ecopass, e l’ammoniaca si riduce del 71%. Numeri che fanno una certa impressione, anche se per il professor Battaglia servono solo per la propaganda del sindaco Giuliano Pisapia, mentre la loro rilevanza sanitaria è pari a zero.



Battaglia, dopo i numeri su Area C la giunta milanese canta vittoria …

E’ difficile stabilire una relazione causa/effetto tra l’Area C e la diminuzione degli inquinanti: occorrerebbe analizzare una serie di altri fenomeni tra cui le condizioni meteo.

In che senso?

L’esistenza di una relazione causa/effetto deve essere documentata con maggiore precisione, per evitare di convincersi che sia il canto del gallo a fare sorgere il sole e non viceversa. Occorrono studi statistici realizzati in modo serio e professionale, non ci si può lasciare andare a deduzioni frettolose quando si parla di emissioni ambientali.



Resta il fatto che l’atmosfera a Milano è più pulita di un anno fa …

I miglioramenti di cui parla il rapporto in realtà non cambiano la sostanza dei fatti: prima dell’introduzione di Area C a Milano non esisteva alcuna emergenza sanitaria, e questa emergenza oggi continua a non esserci. Quindi non è cambiato nulla: si sono ridotte delle sostanze che erano presenti in concentrazioni tali da non suscitare alcun allarme. Non si deve pensare che ridurre il Pm 10 a quota zero, ammesso che sia possibile, sia necessariamente un bene. Le riduzioni legate ad Area C non hanno quindi nessuna rilevanza sanitaria.



Eppure le emissioni di Pm10 allo scarico calano del 61% …

Può sembrare un dato importante, ma bisogna vedere se lo è davvero. Un conto è ridurre del 61% un agente pericoloso, ben altra cosa è se si tratta di una sostanza comunque non in condizioni tali da avere alcun impatto sulla salute. Come dimostrano numerose analisi mediche, questa riduzione è dunque insignificante. Si sono creati disagi e spesi dei soldi senza produrre alcun beneficio sanitario.

Può fare un esempio di beneficio sanitario?

Se lei beve dieci caffè al giorno, e li riduce del 50% è un fatto positivo, perché in quelle quantità anche l’espresso può fare male. Se però lei normalmente ne beve una tazzina al giorno e la riduce a mezza, è una diminuzione irrilevante. Anzi, un caffè al giorno può essere addirittura salutare. Per restare alla metafora, respirare l’aria di Milano è come bere un caffè al giorno.

 

Ne è davvero convinto?

 

Sì. Il Pm10 che si respira in città può fare male, ma solo se inalato in concentrazioni particolari. L’inquinamento va misurato quindi sulla base della presenza di agenti con una rilevanza sanitaria dannosa. Quello che conta non è la riduzione degli inquinanti, ma l’eventuale diminuzione di patologie legate alle concentrazioni di determinate sostanze. Se non vi è nessun calo delle malattie respiratorie, gli effetti ambientali di Area C sono solo un’ottima propaganda politica per Pisapia, ma sono del tutto disgiunti da qualsiasi effetto sanitario.

 

Quindi il rapporto del Comune va completamente rifatto?

 

Mi ritelefoni quando ci saranno dei dati in cui si afferma che, grazie ad Area C, c’è stata una riduzione delle patologie legate alla contaminazione da Pm10, ammoniaca, ossidi di azoto e anidride carbonica. Allora, e solo allora, significherà che la congestion charge ha ottenuto dei risultati positivi.

 

L’incidenza dei tumori è uguale per chi vive a Milano e chi risiede in campagna?

 

Dalle ricerche non risulta che a Milano ci sia un’incidenza dei tumori o delle patologie respiratorie particolarmente superiore rispetto a città meno trafficate come Aosta. Come documentato dagli stessi dati Arpa, l’aria di Milano oggi è molto più pulita rispetto a quanto fosse 40 anni fa.

 

Prima di valutare gli effetti sanitari di Area C occorreranno decenni …

 

Sì, ma esistono già studi sugli agenti inquinanti ridotti da Area C e si conoscono i valori oltre i quali si possono avere dei problemi. Gli stessi limiti imposti dall’Unione europea sono di gran lunga inferiori a quelli di altri Paesi come gli Usa, e molto lontani dai livelli al di sopra dei quali si hanno degli effetti significativi per la salute. Se una sostanza è dannosa quando raggiunge quota 1000, e un governo fissa 100 come limite sceglie, tutela la salute dei cittadini. Ma se lo abbassa a 50, non migliora la qualità dell’aria ma crea soltanto dei problemi e dei costi inutili.

 

(Pietro Vernizzi)

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