La Giunta Pisapia ha votato ieri il bilancio per il 2012 e per i milanesi si preannuncia una stangata che va sotto il nome di tasse. Imu, Irpef e Tarsu segneranno degli aumenti a dal primo di luglio con tutta probabilità verrà introdotta anche la tassa di soggiorno per chi arriva in città, balzello già applicato a Roma. Per quanto riguarda l’Irpef resta l’esenzione per redditi fino a 33.500 euro, poi si pagherà per scaglioni, l’unica grande città fanno sapere da Palazzo Marino ad aver adottato questo metodo, mentre l’aumento in concreto scatterà sopra i 49mila per circa 215mila contribuenti. Mentre per l’Imu, il Comune di Milano ha adottato per la prima casa l’aliquota minima prevista dalla legge, pari allo 0,4% il cui gettito e’ destinato interamente allo Stato. Non sono stati introdotti, sottolinea il Comune, gli incrementi percentuali previsti dalla legge sino a un massimo dello 0,2%. Per quanto riguarda le seconde case e gli immobili commerciali l’aliquota e’ di 1,06%. Passando alla Tarsu, gli incrementi, spalmati su tutte le dieci categorie di riferimento i cui coefficienti sono fermi al 2001, saranno in media al di sotto del 23%. Noncurante delle lamentele di opposizione e sindacati, Pisapia tira dritto, con o senza referendum consultivo, la vendita della Sea si farà e porterà nelle casse di Palazzo Marino 750 milioni di euro. Ilsussidiario.net ha intervistato Giacomo Zucco, portavoce di Tea Party Italia, il movimento antitasse che dagli Stati Uniti è approdato anche nel nostro Paese. Il sussidiario.net ha intervistato Giacomo Zucco, portavoce di Tea Party Italia, il movimento antitasse che dagli Stati Uniti è approdato anche nel nostro Paese.
Con l’aumento dell’Imu è arrivata anche l’Irpef che Tabacci aveva promesso di non ritoccare, dopo la boccata d’ossigeno dell’accordo sui derivati.
Pisapia si conferma, come all’inizio del suo mandato, come il sindaco delle tasse. Quelle dirette come in questo caso e anche quelle indirette, che fanno meno clamore, come quelle che riguardano i passi carrai, l’aumento degli estimi catastali, le tasse finte ecologiste che in realtà servono solo a far cassa come Area C. Questa Giunta ha sino ad ora mantenuto inalterato il buco di bilancio ereditato ed ora aumenta le tasse per riuscire ad appianare gli sprechi fatti sino ad ora.
Per l’Irpef, però, ci sarà un esenzione sino ai redditi inferiori ai 33.500 euro.
Nonostante venga passata come una misura equa, non è per niente giusto prendere soldi da chi lavora e finanziare settori improduttivi e chi non sta sul mercato ma semplicemente vive dei soldi prelevati da chi lavora. Non è una gran cifra per, ad esempio una famiglia con figlia a carico. A maggior ragione, non è equo elevare la tassazione su figure imprenditori che tentano di reinvestire gran parte del proprio stipendio in un momento di crisi, per mantenere spese folli e asset inutili e dannosi del Comune che potrebbero essere ceduti per ripianare il bilancio.
Con l’aumento dell’ Imu, dicono dall’Unione Artigiani, si rischia di colpire le piccole e medie imprese e quindi, di non permettere all’economia di rimettersi in moto.
L’ Imu era già insostenibile in un momento di crescita del mercato, ora è solo un colpo di grazia per la Milano produttiva. Sarebbero opportune delle misure mirate per gli imprenditori.
Il Comune ha assicurato che la vendita delle quote Sea si farà. Lei è d’accordo?
Io sono assolutamente d’accordo per il fatto che Palazzo Marino, come tutti comuni rilascino sul mercato degli asset di loro proprietà perchè non solo è inutile ma è dannoso che la politica abbia il controllo su materie che nulla a che fare con essa. Ad esempio, pensiamo alle miriadi di controllate del Comune come ad esempio, Milano Sport o Milano Ristorazione. Queste sono a tutti gli effetti delle aziende e come tali, potrebbero essere controllate in modo migliore dal mercato e francamente, senza che la politica le usi come “deposito” per amici o amici di amici. Non assisteremmo più a nomine di consiglieri con voto di scambio o cose si questo genere. Il Comune, cedendo queste attività, potrebbe ricavare gettito per ripianare debiti e risparmiare sugli interessi.L’augurio è che queste cessioni vengano fatte in modo pulito e trasparente, cosa che, ad esempio, non sta avvenendo nel caso della Sea.
La maggioranza ha stabilito che venga ceduta parzialmente la Galleria Vittorio Emanuele. Non si impoverisce il patrimonio comunale?
Il Comune non ha un patrimonio. I milanesi hanno un patrimonio. L’istituzione- comune dovrebbe essere stata creata dai milanesi per gestire questioni che richiedono un’intermediazione politica. La Galleria è già dei milanesi e dovrebbe essere loro restituita con una gestione più efficiente. Il metodo della gestione alla luce del sole, in concorrenza, senza monopoli e senza posizioni di privilegio è un sistema di gestione più efficiente e più onesto. Occorrerebbe, invece, che la Galleria passasse a chi è in grado di gestirla al meglio.
Qual è il suo giudizio sull’introduzione di una tassa di soggiorno?
E’ ancora una visione, purtroppo,“proprietaristica”che vede il Comune come un immenso affittuario, che aumenta le tariffe per l’ingresso, come un signorotto feudale. In realtà, Palazzo Marino non è il proprietario dei terreni milanesi ed è quindi ancora un metodo improprio.