E’ previsto per oggi, alle 17.00 all’aeroporto di Linate, l’arrivo di Papa Benedetto XVI che subito dopo visiterà Piazza del Duomo. Una visita che nelle sue molte tappe, vedrà proprio domani un concerto alla Scala diretto da Daniel Baremboim che con l’Orchestra Sinfonica dirigerà la nona sinfonia di Beethoven. Un concerto che a molti ricorderà quello a cui ha assistito Giovanni Paolo II nella sua storica visita a Milano nel 1983. Era esattamente il 22 maggio 1983 e dopo cinque secoli un Papa faceva visita a Milano, da quando cioè Martino V di ritorno da Concilio di Costanza, nel 1418 si era fermato in preghiera al Duomo: quasi tre giorni, molto intensi, che hanno visto la partecipazione di Papa Woytila al XX Congresso Nazionale Eucaristico, motivo ufficiale della visita che cominciò, in realtà, moltissimo tempo prima. L’annuncio dell’arrivo del Pontefice venne dato nel 1978 e da allora, la mobilitazione delle parrocchie ambrosiane fu totale. Milano doveva essere il centro del pensiero cattolico, dicevano, non doveva dare l’impressione di una città fredda e sempre con la testa al lavoro e al guadagno a tutti i costi. Oltre che il centro e il Duomo fu coinvolto anche un quartiere periferico, il Gallaratese, singolare scelta per la celebrazione della messa conclusiva e il consueto bagno di folla per Giovanni Paolo II. Di fatto, la giornata di sabato è stata la più ricca di impegni, sparsi per gran parte della Brianza, e che si è conclusa con il Concerto alla Scala dove l’Orchestra Filarmonica, diretta da Riccardo Muti, si esibì in un repertorio verdiano. Pronunciò poi un discorso in cui ricordò due grandi figure intellettuali lombarde, Manzoni e Verdi. Un discorso rivoluzionario e ardito. Ad accogliere il Pontefice, fu l’allora primo cittadino di Milano, Carlo Tognoli, che IlSussidiario.net ha contattato. «Ho ricevuto due volte Giovanni Paolo II, nel 1983 e nel 1984. La seconda visita fu per il quarto centenario della morte di S.Carlo Borromeo e avvenne dopo l’attentato al Alì Agca. Anche S. Carlo ara stato oggetto di una ‘archibugiata’, andata a vuoto, da parte di un frate degli Umiliati. Io ero sindaco di una giunta di sinistra (PSI, PCI, PSDI)- continua Tognoli- ma vedevo Papa Woytila come il portatore della libertà, l’uomo che aveva subito i soprusi del nazismo e del comunismo, e in questa chiave lo salutai.
Tra l’altro nel 1984 era in fase avanzata la trattativa per il nuovo concordato e Craxi, presidente del Consiglio, milanese, poteva accogliere il pontefice nella città di S.Ambrogio certo non a mani vuote». Durante l’incontro con Papa Woytila, spiega ancora Tognoli, «non ci fu nessun imbarazzo politico anche se la giunta che presiedevo era di sinistra. Come ho detto vedevamo Woytila come portatore di spiritualità e di democrazia, in Italia e in Europa e questo ci univa tutti attorno a lui».