Rinviata la stangata sulle case comunali a canone convenzionato. Dopo che Aler aveva inviato le lettere agli inquilini per comunicare loro i rincari, la giunta Pisapia ha deciso di sospendere gli aumenti fino allo scadere dei contratti. A essere coinvolti sono 3.900 appartamenti, il cui affitto in alcuni casi cresce fino al 600%. Emblematico il caso di un anziano cui è stato comunicato che dal mese prossimo dovrà pagare 737 euro al mese anziché 130. Dopo la protesta veemente dei sindacati degli inquilini, il sindaco Giuliano Pisapia ha fatto dietrofront. La stangata però è solo posticipata: molti dei contratti di locazione scadono infatti tra il 2013 e il 2014. Il sussidiario.net ha intervistato il presidente di Aler, Loris Zaffra.



Per quale motivo i rincari sono stati prima annunciati e poi rinviati?

Aler ha applicato semplicemente quello che la legge regionale ci obbliga a fare. Nulla vieta che poi si possano compiere valutazioni di opportunità politica per affrontare meglio la situazione, la decisione però non spetta a noi. Gli immobili sono di proprietà comunale e tra domenica e lunedì si è tenuta una riunione non formale di giunta. Visto l’impatto che aveva avuto l’arrivo delle lettere, poiché Aler in quanto azienda regionale è gestore e non proprietario, entreremo in stretto contatto con il nostro referente principale per risolvere la situazione. Tra oggi e giovedì avremo modo di incontrare sia l’assessore comunale Lucia Castellano sia l’assessore regionale Domenico Zambetti, per fare il punto della situazione.



I sindacati degli inquilini hanno puntato il dito contro un’applicazione eccessivamente rigida dei regolamenti …

Effettivamente la situazione andava affrontata in modo più elastico, trovando il modo di farsi carico delle situazioni socialmente più rilevanti e individuando una nuova regolamentazione che valga per tutti. I contratti di equo canone del resto non esistono più da 14 anni. E’ necessario arrivare a una nuova definizione, con un minimo di buonsenso e senza nessuna volontà persecutoria, poiché la situazione riguarda parecchia gente. Per sua natura Aler è un’immobiliare sociale e si occupa della gente: noi non gestiamo appartamenti ma persone e questo deve essere quindi uno dei nostri principali parametri di riferimento. Nello stesso tempo occorre arrivare a una normativa nuova, in quanto siamo in una situazione approssimativa o quantomeno non definita.



In che senso la situazione è non definita?

Gli inquilini coinvolti dai rincari erano a suo tempo entrati nelle case con un contratto di equo canone, che però non esiste più come struttura giuridica. O si applica quindi la legge regionale 27/2009, o analizzando la situazione dei vari inquilini si prende una decisione diversa attraverso il rapporto con il Comune, che è il proprietario degli appartamenti, e con la Regione che ha competenze e legifera in merito. Attueremo quindi quelle che sono le indicazioni che saranno il frutto di questo confronto. Nel frattempo non c’è nessuna sanatoria, ma solo una sospensione per arrivare in tempi rapidi a una definizione la più corretta e responsabile possibile.

 

Da che cosa è stato determinato il rincaro dei canoni Aler, che ora è stato posticipato?

 

E’ stata applicata l’anagrafe dell’utente, che significa determinare i livelli di reddito, la situazione delle famiglie e introdurre poi l’inquadramento previsto dalla legge regionale che determina i canoni per l’edilizia sociale.

 

Quindi avete attuato una revisione della situazione di ciascun inquilino?

 

I contratti a equo canone come accennavo non esistono più, si tratta di un ritardo dovuto alla giunta Moratti. Noi siamo subentrati da due anni in regime provvisorio per gestire il patrimonio comunale, e abbiamo quindi attuato il censimento dell’utenza che significa individuare appartamento per appartamento chi è l’intestatario, qual è la sua condizione reddituale. I canoni quindi si determinano in relazione al reddito Isee, che tiene conto della consistenza familiare e di altre eventuali proprietà.

 

Secondo i sindacati degli inquilini, in alcuni casi i rincari sarebbero drammatici …

 

Non si può fare di ogni erba un fascio: qualcuno andrà anche a pagare meno. Occorre inoltre tenere conto del fatto che i canoni erano fermi dal 1998, e che alcuni inquilini pagavano 100 euro all’anno. Si tratta quindi di affrontare la situazione, prendendo rapidamente in considerazione tutti i casi e introducendo una normativa che metta la gente in una condizione di certezza e di stabilità.

 

(Pietro Vernizzi)