Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia getta la spugna e rimette nelle mani del presidente del Consiglio Mario Monti la sua carica di Commissario straordinario per Expo 2015. Il motivo? Soprattutto la scarsa attenzione che il governo avrebbe dedicato fino ad oggi all’Esposizione Universale. «Mancano mille giorni – ha detto il primo cittadino -. Possono essere tanti oppure pochi, ma io sono preoccupato perché serve maggiore attenzione da parte del governo e del Parlamento», che hanno dimostrato finora un atteggiamento «tiepido» nei confronti del grande evento internazionale. «Questo però – ha sottolineato Pisapia – non è un passo indietro, ma anzi serve per andare avanti». «Credo fermamente in Expo e sono certo che sia una grande opportunità per rilanciare il Paese ma sono altrettanto certo che sarà una grande opportunità e un successo solo se tutti i protagonisti faranno la loro parte e se dal governo e dal parlamento non ci saranno ritardi e disattenzione ma la necessaria presenza attiva finora debole e carente». Nel corso del suo intervento all’assemblea di Assolombarda, il governatore Roberto Formigoni ha dichiarato che «ha ragione il sindaco Pisapia a dire che il governo nazionale ha il dovere di uscire dall’ambiguità tra le lodevoli e buone parole, che non ci ha mai negato e la reticenza, per non dire lontananza dei gesti concreti, politici», sottolineando inoltre il «contrasto tra la lentezza del governo e la credibilità che la proposta di Expo si è guadagnata di già». IlSussidiario.net ha commentato la decisione di Pisapia con l’ex sindaco di Milano, Paolo Pillitteri.
Pillitteri, che tipo di segnale possiamo cogliere dalle dimissioni di Pisapia?
Credo che il gesto del sindaco mostri allo stesso tempo una evidente sfiducia e una sorta di sollecitazione. Sfiducia nei confronti del governo per quelle risorse promesse ma che non sono mai arrivate e di sollecitazione affinché si possa intervenire al più presto. Resta però il fatto che un sindaco che si dimette da Commissario straordinario per un evento del genere non è un fatto positivo.
Si spieghi meglio.
E’ un gesto che certamente mostra una difficile situazione di sfilacciamento, di scarsa sintonia tra governo e una realtà importante come quella di Milano. Un segnale non di certo rassicurante in vista dell’Expo 2015.
Che rapporto dovrebbe esserci tra governo e città?
Tra il governo nazionale e una città come Milano deve esserci un rapporto il più possibile collaborativo, costruttivo e di partecipazione reciproca nei diversi problemi. Colpisce quindi la decisione di restituire il mandato al presidente del Consiglio in un momento come questo, e nello stesso tempo preoccupa perché significa che ci troviamo di fronte a un rapporto non più collaborativo e sereno come dovrebbe essere.
Crede che quella di Pisapia possa essere più una “mossa” che una decisione definitiva?
Certo, quanto deciso potrebbe facilmente rappresentare un forte segnale per attirare l’attenzione del governo, ma non credo sia comunque la strada giusta da intraprendere. Prima di prendere una decisione così azzardata sarebbe stato meglio ascoltare e coinvolgere tutte le altre forze politiche e istituzionali per lanciare un messaggio proveniente dall’intera città, però prima di giudicare è necessario conoscere a fondo le reali motivazioni che hanno spinto Pisapia a prendere questa scelta.
Cosa rischiano di perdere la città e l’Expo con una decisione del genere?
L’Expo è sempre più vicino ed è l’evento di Milano in cui il sindaco deve essere in prima linea insieme al governatore della Regione. La sua presenza è assolutamente fondamentale e in questo anche il governo gioca un ruolo decisivo, quindi mi auguro che la situazione possa risolversi a breve attraverso un accordo tra le varie parti. L’Expo rappresenta come non mai un’importante occasione di rilancio di una città che ultimamente appare meno brillante e vivace del solito, e sono convinto che sarà proprio questo evento a donarle nuovamente nuovo vigore, nuova fiducia nel domani e nuova consapevolezza del suo ruolo internazionale.
Come giudica a riguardo la presenza del governo fino ad oggi?
L’impressione è che il governo, preso com’è da questa smania di tassazione quotidiana abbia dimenticato la portata dell’Expo e la sua capacità di poter agire da volano positivo per l’economia di una città come Milano e del Paese intero. Per questo mi auguro che possa cambiare atteggiamento e impegnarsi al meglio in questo progetto.
(Claudio Perlini)