Mancano ormai pochissimi giorni alla fatidica scadenza per il pagamento della prima rata dell’Imu, prevista per il 18 giugno. Nonostante le tante proteste di cittadini, associazioni e anche sindaci, si procede con la tassa sugli immobili che ha riportato anche l’imposta sulla prima casa, tolta per alcuni anni dal governo Berlusconi. L’ultima novità, particolarmente apprezzata dai primi cittadini, è che dal 2013 l’incasso della tassa andrà direttamente ai comuni, cosa che per adesso accadrà in modo molto ridotto. Intanto è caos per quanto riguarda il calcolo e il pagamento dell’Imu. Il commercialista Andrea Lagravinese, uno dei tanti impegnati in questi giorni impegnati nel lavoro di preparazione della certificazione, sottolinea a IlSussidiario.net il disagio che vivono in questi giorni molti cittadini milanesi. Il pagamento del primo acconto, dopo le note vicissitudini legislative e lo scontro governo/comuni su chi dovesse e quanto incassare il nuovo “balzello” sugli immobili (compresa la prima casa) degli italiani sta per arrivare. «Questa nuova Ici – scrive Lagravinese – rappresenta per le casse dell’erario e dei comuni un agognato respiro ed è per questo che non si vogliono prorogare i termini di pagamento: lo Stato ha troppo bisogno di denaro fresco e in fretta».  Aggiunge Lagravinese però che «la cosa grave è che i comuni, visti i tempi stretti, non hanno avuto, per loro incapacità (vedi Milano), l’opportunità di offrire al contribuente un minimo di aiuto necessario al calcolo dell’imposta  e alla compilazione del relativo modulo di pagamento. L’affidatamento di questo servizio esclusivamente ai Caf milanesi si è rivelato insufficiente, portando i Caf stessi alla saturazione e alla confusione totale. Soprattutto le persone anziane e gli stranieri, che non possono neppure affidarsi a Internet, vivono questi giorni totalmente nel panico. Nelle sedi dei Caf e in alcuni improvvisati punti di aiuto presso le parrocchie o in centri di assistenza, si vedono scene inquietanti: gente che si spinge, persone sedute per terra, tutti quanti a soffrire per pagare e con la paura di non arrivare in tempo». Una situazione dunque di forte disagio: «Non è possibile che in una città cosiddetta “aperta all’Europa” e considerata la capitale morale d’Italia come Milano non ci sia un ufficio municipale dislocato nelle zone che si occupi della pratica Imu». 



Nella descrizione della situazione, Lagravinese sottolinea che «solo ora cominciano ad arrivare ad alcuni proprietari di prima casa i bollettini, che creano solo confusione per chi ha già provveduto al calcolo e al pagamento. Non si può creare ulteriore disagio a persone già martoriate da una situazione economica allo sfascio: in più creando il terrore che chi non paga e in tempo, possa passare ulteriori guai. Viviamo ormai in uno Stato di polizia tributaria che opprime sempre di più i cittadini onesti e tralascia il controllo a quelli che evadono sistematicamente e alla luce del sole».

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