Il racconto che segue trae ispirazione da quanto avvenuto a Milano, in un supermercato Pam in corso XXII marzo. Il responsabile del punto vendita aveva colto in flagrante un donna di 76 anni intenta a rubare… 78 centesimi di caramelle! L’anziana ha spiegato che non aveva i soldi per pagarle. I carabinieri le hanno pagate al posto suo e convinto il titolare a non denunciarla, tra gli applausi di alcuni clienti.



Dieci euro; meglio non fare il giro dei corridoi del supermercato ma andare subito e soltanto ai soliti scaffali, pane, pollo e il burro piccolo , niente olio né riso, e niente caffè ; e forse non basteranno nemmeno.

Ma oggi l’idea di uscire subito senza guardarsi troppo intorno non funziona, la giornata sarà lunga e in fondo non ci sarà niente di male a passeggiare un po’, magari tra qualche bambino che sgambetta o qualche persona della sua età a cui non dispiace scambiare due parole, giusto per far passare il tempo prima di tornare al silenzio della sua casa per tutto il resto della giornata.



Arrivata alla cassa, senza neanche pensarci, allunga la mano verso la scatolina di caramelle alla menta e le infila goffamente in tasca; all’improvviso ha pensato come sarebbe stato bello mangiarne una ogni tanto mentre guarda il suo telefilm del pomeriggio, finalmente un po’ di zucchero, così dolce al palato, e poi lentamente far sciogliere in bocca il cuore di liquirizia, farlo durare il più possibile. E poi un’altra a letto, mentre aspetta di addormentarsi al pulsare discreto dell’insegna al neon del palazzo di fronte, che accompagna le sue notti da dietro le tendine bianche.

Potrebbero durarle molti giorni.



Passata la signorina che le dà solo cinque centesimi di resto  prosegue verso l’uscita; ma l’uomo con la giacca le si avvicina e la ferma presso la vetrata, ma che modi, e sì che potrebbe essere suo figlio; ma sentendolo parlare così violentemente all’improvviso le si riempiono gli occhi di lacrime e non osa neanche guardarlo, mentre la gente già rallenta per vedere. Vorrebbe chiedere di potersene andare, via dagli sguardi della cassiera e delle mamme coi bambini, e già spinge nella mano di lui la scatolina, ecco, non è successo niente; ma quando vede le divise, i due uomini grandi e grossi con gli stivali e il distintivo, non riesce più neanche a parlare e il tremito che la coglie le scuote le mani e la nuca.

L’uomo continua ad accusare, e la luce degli scaffali le sembra ora fortissima e livida, la musica soffusa si alza e si abbassa nel ronzio delle sue orecchie.

Uno dei due poliziotti resta un po’ indietro, è il più giovane e non fa che fissarla fermo con la mano sulla cintura; ha una faccia olivastra da meridionale, le labbra inesorabilmente tirate; l’altro, che è evidentemente il più alto in grado, è così grosso che le fa paura solo l’idea di alzare gli occhi. Il direttore del supermercato continua concitato ad accusarla e a tenerla per la manica del cappotto mentre lei non riesce neanche ad abbassare il braccio, se lo lascia scuotere come se non fosse il suo.

L’uomo alto in divisa sembra volerla prendere in consegna quando allontana fermo la mano del direttore e continua a stare in silenzio, anche dopo che l’uomo ha  esaurito tutta l’esagitazione; a lei sembra di essere presa in trappola, senza più nessuna dignità, e le brucia lo sguardo di disapprovazione sulla faccia del fattorino che ogni tanto l’aiuta a riempire il sacchetto alla cassa.

Il poliziotto alto tiene gli occhi fissi sul direttore; poi toglie dalla tasca posteriore un borsellino di pelle nera e conta sul palmo le monete.

Il suo collega giovane lo guarda,  si ricorda  di suo padre quando estraeva con lo stesso gesto il portamonete e gli contava i soldi per il gelato da prendere con i suoi amici e lui correva via subito dopo che gli aveva toccato la testa con la stessa mano; gli ritorna all’improvviso l’odore della

Polvere della piazza e il riverbero del mare in lontananza.

Al fattorino si affollano pensieri in testa e ha un calore strano alle mani mentre continua a sistemare sacchetti, sempre saputo che quello è un vero stronzo, pensa,  addirittura inseguirla ; l’uomo con il giornale che si era fermato a guardare scandalizzato accenna un applauso, proprio lui che non ha mai amato le pubbliche dimostrazioni; e timidamente lo seguono altre due signori e la cassiera ,

Poi un’altra signora che addirittura appoggia a terra la borsa per applaudire più forte. Alla sera le tremano ancora le ginocchia, il gomito appoggiato al tavolo della cucina e la schiena rivolta alla tv accesa: le caramelle le ha gettate nel primo cestino trovato per la strada, ma adesso dove andrà a fare la spesa? Dovrà prendere il tram e sarà ancora peggio, altri soldi per il biglietto. Si sente sempre più stanca e senza via d’uscita.

Il direttore del supermercato fa tardi davanti alla tv accesa, ma non saprebbe dire che cosa sta guardando; pensa agli obiettivi trimestrali mancati, alle percentuali di vendita che si sono malignamente abbassate proprio al suo arrivo, a tutti gli argomenti che il gestore potrebbe usare per non rinnovargli il contratto, ma soprattutto al fatto che sua moglie non è ancora rientrata.

Dalla sua finestra escono i lampi silenziosi delle immagini della tv.

 

(di Paola Caronni)