Milano. Il bilancio comunale si appresta ad essere votato e già si parla di una maxi-stangata pronta a vedere la luce a fine mese. Il Pdl scende in campo con la cosiddetta “Operazione verità sul Bilancio di Pisapia” il quale assicura però “zero tagli agli sprechi”  nonostante siano previsti 320 milioni in più di tasse rispetto allo scorso anno. Certo, bisognerà far fronte a 215 milioni in più di spese, ma resta il fatto che tra introduzione dell’Irpef, aumento delle tariffe Atm, apertura dell’Area C e aumento di imposte come Imu e Tarsu, l’ottimismo dei cittadini milanesi sta lentamente scivolando ai minimi storici. In una recente intervista l’ex assessore al Bilancio della giunta Moratti, Giacomo Beretta, ha spiegato a IlSussidiario.net che soprattutto l’aumento dell’Imu significa “ammazzare i commercianti e gli artigiani, portarli a cercare capannoni e luoghi per produrre lontano dalla città. L’Imu per le attività commerciali è passata dallo 0,5 per mille all’1,6 per mille, con gli estimi catastali rivisti del 60%. Questo significa che tutti gli uffici, i negozianti, le poche attività produttive vicine ai laboratori artigianali, scaricheranno sui cittadini questo aumento dei costi”. Vediamo invece cosa ne pensa Marco Accornero, Segretario Generale dell’Unione Artigiani di Milano.



Segretario, un giudizio sul bilancio comunale che a breve verrà approvato?

Abbiamo fin da subito espresso forti critiche nei confronti di questo bilancio con cui si vanno a penalizzare tutti gli esercizi commerciali, tra cui anche le attività artigiane, quindi tutti coloro che hanno acquistato un  laboratorio o un negozio e su cui spesso grava anche un mutuo.



Qual è l’aspetto più preoccupante?

Anziché incentivare lo sviluppo e favorire le attività commerciali, è stato scelto di applicare un importo Imu pari a quasi a tre volte quello della vecchia Ici, penalizzando pesantemente ogni commerciante. Il Comune ha scelto di far gravare il bilancio su realtà che generano ricchezza e creano lavoro, una decisione senza dubbio molto grave in un momento di crisi come quello attuale. Da un lato vengono appesantite le entrate applicando l’aliquota massima dell’Imu e dall’altro non vediamo alcun segnale di sviluppo. Sembra quasi quanto fatto da Monti a livello nazionale.



Si spieghi meglio.

Quanto fatto da Pisapia sembra riprendere ciò che ha fatto il presidente del Consiglio a livello nazionale, vale a dire un progetto senza troppa fantasia in cui non si genera alcun tipo di sviluppo, non si tagliano le spese e non si favoriscono le imprese. Un bilancio quindi che invece di pensare alla crescita incentiva la recessione.

Quanto peserà tutto ciò sugli artigiani e i commercianti?

Ovviamente moltissimo. L’Imu è senza dubbio uno degli aspetti più preoccupanti ma anche il resto dei provvedimenti stabiliti andrà ad aggravare ulteriormente la situazione di chi produce e di chi lavora, già gravemente condizionata dall’Area C che obbliga quotidianamente a dover pagare un ticket di 5 euro per poter andare a lavorare nel centro di Milano.

 

Quali sono a suo giudizio le maggiori conseguenze a cui assisteremo?

In particolare scenderà il valore di negozi e laboratori, facendo così calare il patrimonio aziendale e rendendo ancora più difficile l’accesso al credito bancario a tutti coloro che hanno bisogno di investire nella propria aziend. In questo modo si frena sostanzialmente lo sviluppo.

 

Ci sono poi anche la Tarsu, l’addizionale Irpef e la tassa di soggiorno…

Tutti aspetti che confermano l’aspetto recessivo di questo bilancio: l’aumento dell’Irpef farà calare ulteriormente i consumi, i cui effetti verranno subiti principalmente da artigiani e commercianti. La tassa di soggiorno rischia di frenare il turismo e tutto il consumo che ne deriva, penalizzando anche in questo caso le attività milanesi mentre la Tarsu risulterà ancora più pesante per tutte le attività produttive. In un quadro del genere mi chiedo dove siano lo sviluppo e la crescita.

 

(Claudio Perlini)