Nel 2011, in un momento di crisi per l’economia globale, le imprese milanesi aumentano il loro export in Europa del 10,6%. Il loro interscambio complessivo nel Vecchio Continente è stato pari a 70 miliardi di euro, di cui 22 di export e 47 di import. E’ quanto emerge da un rapporto della Camera di Commercio di Milano, secondo cui il mercato europeo rappresenta il 59% dell’export milanese e quasi il 70% di tutto l’interscambio estero. Ilsussidiario.net ha intervistato Claudio Rotti, presidente dell’Associazione Italiana Commercio Estero, per chiedergli di commentare questi dati.
Per quale motivo, in un momento di crisi, l’export continua ad andare a gonfie vele?
L’export è in aumento in tutta Italia, e quello lombardo e milanese è uno dei settori più forti nel campo dell’esportazione, poiché rappresenta circa il 24% dell’export nazionale. Ciò vale non solo verso l’Europa, ma anche verso Paesi Bric, asiatici, del Sud America, dove le esportazioni sono in forte aumento.
Come si spiega tutto ciò in un momento di recessione?
Nei momenti di grande crisi, la scelta migliore che può compiere un imprenditore che ha dei prodotti validi è quella di andare a cercare dei nuovi mercati. I prodotti lombardi del resto in alcuni settori sono ai massimi livelli internazionali, e questo è dovuto alla capacità delle aziende lombarde di attivarsi con grande forza sui mercati esteri.
Quali sono i fattori per cui i prodotti delle imprese lombarde continuano a essere apprezzati all’estero?
Innanzitutto la loro qualità. Questo è noto per quanto riguarda l’abbigliamento, ma è altrettanto vero anche in tanti altri settori come la meccanica, il biomedicale e l’agro-food. Siamo quindi competitivi non solo a livello di qualità e di aggiornamento del prodotto, ma di prezzi. Il prodotto italiano all’estero è inoltre molto richiesto, e in un momento in cui i consumi sul mercato interno sono calati vistosamente ciò rappresenta una grande fortuna. Il 2011 è stato chiuso con un buon incremento delle esportazioni, e nei primi mesi del 2012 sono stati mantenuti gli stessi standard dell’anno precedente.
Un risultato molto positivo …
Merito di un prodotto innovativo, che rappresenta il grande punto di forza degli imprenditori lombardi. Se sommiamo questo fatto con la capacità delle imprese di muoversi sull’estero, ne emerge il quadro che abbiamo visto. La Camera di Commercio di Milano ha un’azienda speciale che si chiama Promos, molto attiva nell’internazionalizzazione. Assiste quindi in maniera molto proficua le aziende lombarde sul piano dell’incentivazione dell’export. A questo si aggiungono le associazioni imprenditoriali, come l’Aice di cui sono presidente, che supportano le imprese in maniera professionale. Il piccolo imprenditore da solo incontra delle grandi difficoltà, ma può essere in grado di imporsi sui mercati stranieri se sostenuto da persone competenti e organizzazioni che conoscono molto bene la modalità di operare all’estero e sono in grado di scegliere anche i prodotti giusti. E’ da questo insieme di fattori che nasce l’incremento delle esportazioni.
L’aumento dell’export può essere anche considerato un segno della ripresa dell’economia milanese?
L’export fa sì che la crisi dell’economia milanese sia ridotta, tendendo a supplire la grave crisi del mercato interno. Questo però non significa che stiamo attraversando un periodo in cui l’economia sta tirando. Gli stessi problemi li incontrano del resto le imprese francesi, spagnole, per non parlare di quelle greche. Gli stessi Stati Uniti stanno affrontando delle notevoli difficoltà. L’unico mercato che in questo momento non ha crisi è la Germania.
In prospettiva, l’interscambio con l’Europa continuerà ad aumentare, o le imprese milanesi si indirizzeranno soprattutto verso altri mercati?
Attualmente la maggiore domanda proviene soprattutto dall’Asia. Non c’è solo la Cina, ma anche Singapore, la Corea del Sud, il Vietnam, l’India, l’Indonesia. Oggi come oggi questi sono i Paesi dove il prodotto italiano è più competitivo. In questo ancora una volta i milanesi e i lombardi primeggiano, grazie al fatto che hanno una grande capacità di muoversi sull’estero. In questi Paesi si registra quindi un incremento che favorisce le imprese lombarde e in particolare l’export milanese.
(Pietro Vernizzi)