Un’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Carlo Nocerino, ha portato la Guardia di Finanza a effettuare una ventina di perquisizioni e a indagare 28 persone. Tra queste c’è anche Carlo Lucchina, direttore generale dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, accusato di turbativa d’asta, ma anche direttori sanitari di quattro aziende ospedaliere finite nell’obiettivo degli inquirenti, cioè il Niguarda di Milano e gli ospedali di Lecco, di Busto Arsizio e Saronno, più alcuni manager di aziende private come la General Electric. Sembra che l’inchiesta mostri presunte irregolarità nell’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica e di diversi milioni di euro di finanziamenti stanziati dalla Regione Lombardia a seguito di accordi stipulati tra ospedali pubblici e aziende private. Riguardo al coinvolgimento di Lucchina, Renato Balduzzi ha spiegato che da parte del ministero della Salute non c’è «nessun imbarazzo», «anche perché il dottor Lucchina, conformemente al suo stile, ha già dato le dimissioni. Appena ha avuto notizia dell’inchiesta, appena ricevuto l’avviso di garanzia – ha spiegato Balduzzi – si è immediatamente dimesso. Nelle prossime ore sarà sostituito, spero di trovare una persona che abbia le sue competenze tecniche». Sembra che l’inchiesta portata avanti dalla procura di Milano si sia concentrata in particolare su tre differenti progetti di sperimentazione svolti tra il 2010 e il 2011 e riguardanti apparecchiature per l’emodinamica, l’home care e gli ecoscopi. Sembra che nel gennaio 2011 sia stato deliberato un finanziamento di oltre un milione di euro ora in corso di erogazione, mentre gli altri due sono tutt’ora da verificare ma sarebbero in attesa di delibera. Una settantina di militari della Guardia di Finanza sono stati impiegati per perquisire gli uffici di Lucchina presso la Regione Lombardia e le strutture ospedaliere coinvolte. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Carlo Nocerino e vede indagate quasi trenta persone, nei confronti delle quali sono ipotizzati a vario titolo i reati di turbativa d’asta, associazione per delinquere, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato. 



Come detto, le indagini sembrano essersi strette su presunti accordi per pilotare l’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica ad alto contenuto tecnologico e i relativi finanziamenti da parte della Regione Lombardia. 

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