Dopo 25 ore di maratona e diversi momenti di tensione, il consiglio comunale ha deciso di rinviare a oggi il dibattito in vista dell’approvazione del complessivo documento di bilancio. Presente in Aula anche la capogruppo del Pd, Maria Carmela Rozza, intervistata da IlSussidiario.net: «Sono soprattutto soddisfatta del fatto che la maggioranza si è mostrata compatta e determinata, lavorando come una squadra. Dal punto di vista politico credo invece che i tanti bracci di ferro sulle delibere siano decisamente poco produttivi».



Quali sono i maggiori ostacoli nel confronto in Aula?

Vista la posizione assunta dal centrodestra, sono certamente Imu e Tarsu. Quello che bisogna chiarire è che il Pdl, al contrario della Lega, sostiene Monti e l’azione di governo e l’Imu è stata decisa proprio dal governo nazionale e votata dai partiti che lo sostengono. Purtroppo tutti i Comuni, non solo quello di Milano, sono costretti a imporre l’Imu ai propri cittadini: una quota è a favore dello Stato, un’altra andrà a coprire i mancati trasferimenti.



E’ prevista una riduzione dell’imposta?

Naturalmente la preoccupazione che abbiamo tutti è che l’Imu andrà a gravare in modo particolare sulle famiglie. Sulla prima casa esiste già una detrazione di 200 euro per tutte le famiglie, a cui si aggiungono 50 euro a figlio minore di 26 anni convivente, mentre per le seconde case è prevista un’Imu molto elevata.

Quindi?

Il Pd ritiene che è necessario abbassare l’Imu sulla seconda casa a coloro che sono in affitto con contratto regolare, sia per rispondere a un bisogno abitativo della città ma contemporaneamente anche per riconoscere e premiare chi paga le tasse e rispetta le regole. Abbiamo chiesto un tavolo di confronto con Pdl e Lega, confermato a seguito delle tante ore di dibattito in Aula, in cui cercheremo di raggiungere un accordo su tutte i temi che riguardano il bilancio, quindi Imu, Irpef, Tarsu e così via.



Della Tarsu cosa può dirci?

Mi piacerebbe poter ridurre anche questa imposta che va a gravare sulle famiglie senza essere proporzionata al reddito. Credo sia quindi necessario perlomeno costruire degli elementi di tutela per i redditi medio-bassi.

Il dibattito sull’Irpef è stato invece rinviato a lunedì.

Esatto. Dei 531 emendamenti iniziali presentati dal centrodestra ne sono rimasti solo 8, quindi la delibera è in garanzia per una sua approvazione. L’aspetto che ci lascia ancora distanti dal centrodestra e su cui dovremmo raggiungere un accordo è il fatto che loro chiedono la riduzione dell’Irpef per le fasce alte. L’addizionale Irpef introdotta dal Comune di Milano tutela e esenta dal pagamento tutti coloro che hanno un reddito fino a 33.500 euro. Questo significa che l’aliquota viene imposta in tutta la città di Milano a solamente 230.000 persone. Di questi 230 mila una buona parte pagherà anche meno dell’anno scorso, visto che la quota per i redditi da 33.500 a 49.000 euro risulta ridotta, mentre per quelli fino a 55.000 euro si pagherà praticamente la stessa cifra dell’anno scorso.

In conclusione?

In conclusione l’imposizione in aumento sarà rivolta solamente ai redditi superiori ai 55.000 euro, quindi circa 100 mila persone a Milano. Non stiamo parlando per forza di persone ricche ma sicuramente in questo momento di grande difficoltà è normale far pesare un contributo a chi possiede maggiori strumenti economici. Aggiungo inoltre che l’esenzione prevista per i redditi fino a 33.500 euro che ha introdotto il Comune di Milano è anche la più alta d’Italia.

Intervistando diversi personaggi sula questione bilancio, la preoccupazione maggiore che emerge è che l’Imu andrà a colpire certamente le famiglie, ma in particolar modo i commercianti. Cosa ne pensa?

Questo è problema che ci siamo assolutamente posti, tant’è vero che avevamo tentato di trovare nella normativa una formula per ridurre l’Imu a commercianti e artigiani. Purtroppo la normativa è molto rigida e obbliga a ridurre l’Imu a tutte le categorie catastali degli immobili C/1, in cui vi sono anche banche e assicurazioni a cui naturalmente non vogliamo abbassarla. Il tema è comunque alla nostra attenzione e stiamo cercando le soluzioni adeguate.

 

Qual è il problema principale che va risolto?

 

Il problema più grande è che dobbiamo approvare il bilancio entro il 30 giugno e per farlo dobbiamo prima aver risolto ogni dibattito sui vari punti. Su questo stiamo appunto spiegando al centrodestra che la strada dell’accordo è importante anche perché altrimenti la città di Milano rischia di perdere 30 milioni di euro.

 

Come mai?

 

E’ la cifra che arriverà dal governo se il bilancio riuscirà ad essere approvato entro la fine del mese. Immaginiamo di utilizzare questi 30 milioni proprio per pagare l’Imu, ma se l’accordo non arriva non se ne farà niente. Domani fisseremo l’incontro tra maggioranza e opposizione in cui tenteremo di trovare un accordo generale sul bilancio e su tutti i contenuti, in modo da poter arrivare in Aula per l’approvazione con proposte e modifiche concordate tra maggioranza e opposizione ed evitare maratone che non portano a nessun risultato.

 

(Claudio Perlini)