«Il Fattore Famiglia è essenzialmente un’iniziativa di modifica dell’Isee, quindi dell’indicatore della situazione reddituale che normalmente viene utilizzato per i contributi o la partecipazione alle spese dei servizi sociali». Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, commenta in questa intervista per IlSussidiario.net l’avvio della fase di sperimentazione in Lombardia del cosiddetto Fattore Famiglia, l’indicatore per le politiche sociali che non tiene solamente conto delle situazioni reddituali ma che considera anche a pieno titolo il numero dei figli e i carichi di cura, come la presenza all’interno della famiglia di anziani non autosufficienti o di disabili. «L’idea di introdurre il Fattore Famiglia – spiega Boscagli, che insieme al presidente Formigoni ha fortemente voluto questo provvedimento – prende spunto dal dibattito avvenuto in questi anni e partito soprattutto dal Forum delle Associazioni Familiari».



Qual è la principale novità?

La novità principale risiede proprio in una migliore misurazione della consistenza economica della famiglia, valutando da un lato tutti gli eventuali redditi in maniera più precisa e dall’altro anche tutti gli eventuali carichi che la famiglia deve sostenere, quindi non solo i figli ma anche altre presenze come disabili, persone anziane o situazioni di cassa integrazione



Qual è invece il principale obiettivo?

L’obiettivo è proprio quello di leggere in modo più efficace la situazione economica complessiva delle famiglie, in maniera tale che il Comune o l’ente interessato possa applicare con maggiore equità l’eventuale retta. Il Fattore Famiglia lombardo non interviene sulle tasse, come l’Irpef che è stabilita a livello nazionale, ma sul costo del servizio. La famiglia è certamente il punto centrale e fondamentale delle nostre politiche, con cui vogliamo valorizzarla al meglio e metterla in condizione di affrontare il costo dei diversi servizi.

Comincia dunque il periodo di sperimentazione…



Abbiamo identificato 15 Comuni della Lombardia di diverse tipologie, grandi e piccoli, in montagna e in pianura, in cui andremo a verificare il funzionamento del Fattore Famiglia andandolo a testare proprio sui diversi servizi che questi Comuni presentano. La sperimentazione è stata innanzitutto chiesta dal Consiglio regionale dopo che qualche comune ha espresso la preoccupazione che in questo modo potrebbe esserci un carico di spesa più elevato che va proprio in capo ai Comuni. Siccome per adesso si tratta di un dato difficilmente calcolabile, è stato deciso di avviare la sperimentazione dal mese di settembre per un anno. Al termine di questo periodo si tireranno le conclusioni, si applicheranno se necessario le dovute modifiche e infine si cercherà di estendere il Fattore Famiglia come criterio generalizzato a tutta la Regione.

Lei ha anche dichiarato che il Fattore Famiglia si inserisce in un quadro più generale di riforma del sistema di welfare lombardo. Cosa intende?

Stiamo già applicando il Fattore Famiglia in alcuni casi e la nostra ipotesi di lavoro è che tutti i servizi regionali possano utilizzare questo meccanismo. Si tratta solamente di una parte del percorso di riforma del welfare lombardo su cui stiamo muovendo i primi passi, però puntiamo ad applicare il Fattore Famiglia in tutto ciò che prevede una qualche forma di partecipazione dei cittadini alle spese del servizio.

In che modo il Fattore Famiglia va nella direzione di una maggiore equità?

In tempi di crisi come quello attuale è ovvio che bisogna chiedere qualcosa in più a chi possiede di più e nello stesso tempo alleggerire il carico a chi invece fa fatica ad arrivare a fine mese, e senza dubbio il Fattore Famiglia va in questa direzione. Come ho già detto questo provvedimento migliora la lettura del reddito familiare che è spesso molto condizionato dalla presenza di un certo numero di figli e non solo. Ecco, il fattore Famiglia considera maggiormente rispetto all’Isee tutte le figure presenti che comunque gravano sui redditi, andando quindi incontro a una maggiore equità.

 

(Claudio Perlini)