Quando si sono trovati la prima volta, a maggio in una trattoria di Milano, erano in quattro. Il quinto all’ultimo ha dato buca. Poche ore dopo, ognuno aveva già scritto e chiamato i propri amici, con cui condividono l’impegno in associazioni culturali e politiche. “Nuova Generazione”, “Laboratorio delle idee”, “Circoli del Buongoverno”, e molte altre in tutta Italia. Domenica 24 giugno, alle 11 al Teatro Manzoni a Milano, si aspettano di essere in molti di più per il primo grande evento pubblico di “Noi per l’Italia”.



Da quel giorno è cominciato un lavoro incessante di coinvolgimento, invito, proposta, incontro. “Chi siete” è stata la domanda più frequente. A rispondere è il portavoce di “Noi per l’Italia”, Michele Pezzoni, 29 anni, milanese, sposato con due figli: “Noi per l’Italia riunisce molte associazioni già presenti in diverse città italiane. Persone che si sentono responsabili di fronte alla crisi nella quale versa il nostro Paese, che non intendono cedere al disfattismo o alla rassegnazione ma desiderano ricostruire. Che vogliono fare quello che i partiti non fanno più: ascoltare l’Italia, coglierne i bisogni primari direttamente dalle persone, dare voce alla società civile e avanzare soluzioni”.



Molti non capiscono. Chi c’è dietro? È l’ennesima lista civica? “Siamo innanzitutto un gruppo di amici – continua Michele –. Un gruppo che crede nella persona, nel lavoro, nella famiglia e nella comunità, e che vuole costruire, gratuitamente, un progetto innovativo e totalmente apartitico”.

Lo spunto è nato da due semplici osservazioni: da una parte la constatazione di un Paese che spesso appare inerme di fronte alla crisi che sta attraversando, e un senso di scoraggiamento diffuso o disillusione, anche da parte di chi dovrebbe avere la responsabilità di dare risposte; dall’altra l’accorgersi di un grande movimento, di una nuova voglia di partecipazione, soprattutto da parte dei più giovani. “Sentiamo dire da tutte le parti che il Paese va a rotoli, che non abbiamo futuro – prosegue Pezzoni –. Molti di noi, pur dopo seri percorsi di studio, non trovano lavoro… E allora ci tiriamo su le maniche, ci mettiamo noi in prima persona. In questo senso ci sono da nord a sud tante esperienze diverse, ma tutte accomunate da questa voglia di dare un contributo. In fondo da una stessa speranza”.



Una novità, in un Paese in cui ormai, se sei giovane e dici che ti interessi di politica, sei guardato con sospetto. Perché la possibilità di una politica come passione per la propria comunità è stata dimenticata o, meglio, cancellata. Le responsabilità? Di ciascuno di noi, servi di un certo potere secondo cui non c’è nulla su cui costruire, e si può solo abbandonarsi alla lamentela e alla caccia al colpevole. Ma anche dei partiti, che hanno tradito il loro compito e il loro scopo, e quindi la fiducia delle persone. “Oggi ci troviamo di fronte a una credibilità dei partiti ridotta ai minimi storici – osserva Pezzoni –. Il tema allora è ricostruire il filo che unisce società e politica. Per questo diciamo: torniamo a quei luoghi dove è riposta la vera forza dell’Italia, torniamo alla società civile, un termine un po’ inflazionato che però ha un significato molto preciso: le persone che lavorano con straordinaria dedizione, le associazioni che si  coinvolgono con i più deboli, le imprese che lottano contro una crisi feroce”. Noi per l’Italia non è contro la politica ma per la buona politica; esistono esempi di persone seriamente impegnate con le quali vuole interloquire.

Appuntamento allora al 24 giugno a Milano, per il primo evento pubblico “Mille giovani idee per l’Italia”, cui seguirà un road-show nazionale. Non interverranno politici o esponenti nazionali dei partiti ma persone rappresentanti la società civile: un imprenditore che ha sfidato la crisi, un insegnante di scuola superiore, un padre di famiglia con figli in affido, un ricercatore e così via. Ognuno porterà la propria esperienza e metterà all’attenzione i temi dell’Italia di oggi, sui quali poi verranno istituiti gruppi di lavoro. 

Ospite Giulio Sapelli, che animerà il dibattito sull’attuale contesto politico e sociale italiano. Attesa anche una presenza, seppur solo virtuale, di Phillip Blond da Londra. Verrà poi lanciata una proposta innovativa di selezione di idee per l’Italia: non semplici slogan, ma proposte approfondite e soprattutto realizzabili, da mettere a disposizione della politica e di chi vorrà ascoltare. “Il nostro è un progetto a lungo termine, – precisa il portavoce –, ci interessa riunire quanti percepiscono una responsabilità di fronte alla situazione presente e creare un “open think tank” o incubatore di “start-up di idee politiche”. Proviamo a metterci insieme, non conosciamo l’esito, ma già il fatto di unirci serve per fare emergere esigenze e proposte di cui magari nessuno si accorgerebbe”.