Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha parlato stamattina con i giornalisti nell’ambito di un incontro già fissato da ieri sera, quando ancora Il Corriere della Sera non aveva diffuso (cosa che ha fatto nell’edizione odierna) la notizia secondo cui il Presidente della Regione Lombardia risulterebbe indagato dalla Procura di Milano. Formigoni ha detto di essere sereno, di non aver ricevuto nessuna comunicazione da parte della Procura e, dato che confida nella correttezza dei magistrati, di poter quindi sostenere che la notizia riportata è priva di ogni fondamento. Per questo si aspetta anche che il quotidiano di via Solferino provveda a pubblicare una smentita. Le ipotesi di reato contestate al Presidente della Regione Lombardia sarebbero, sempre secondo il Corriere, corruzione e finanziamento illecito.



Formigoni ha anche annunciato di aver presentato un esposto alla Procura di Milano, in quanto alcuni quotidiani (è stato fatto riferimento esplicito a La Repubblica e a Il Fatto quotidiano) hanno scritto diversi articoli con virgolettati degli interrogatori compiuti nei confronti degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri di Pavia, che avrebbe versato negli anni 70 milioni di euro a Pierangelo Daccò per avere facilitazioni con l’amministrazione regionale. In particolare, sono stati pubblicati stralci del verbale dell’interrogatorio del 19 maggio dello stesso Daccò, che avrebbe smentito Formigoni circa il pagamento delle vacanze ai Caraibi fatte insieme. Il Presidente della Regione ha spiegato di aver chiesto alla Procura, tramite il suo avvocato, di poter visionare il verbale dell’interrogatorio per poterlo confrontare con quanto scritto sui giornali, ma di aver ricevuto risposta negativa in quanto il documento è coperto da segreto istruttorio, che dovrebbe valere anche nei confronti della pubblicazione sugli organi di stampa. Formigoni si è comunque detto certo che i virgolettati attribuiti a Daccò sono falsi. E ha aggiunto che i suddetti giornali si sono spinti, in alcuni loro articoli, a riportare quelli che dovrebbero essere i pensieri dei magistrati circa il suo coinvolgimento nell’inchiesta.



Nonostante abbia poi ricordato di aver convocato i giornalisti per “comunicazioni del Presidente” e non per una “conferenza stampa”, Formigoni ha accettato di rispondere ad alcune domande. Rispondendo ha spiegato che non intende dimettersi, in quanto le accuse sono false e infondate. E ha ricordato che altri suoi colleghi Presidenti di Regione, pur se sottoposti effettivamente a una o più indagini, non si sono giustamente dimessi.

Respinte dunque le richieste di dimissioni che in mattinata erano arrivate dal capogruppo del Partito democratico in Regione, Luca Gaffuri: “Chiediamo che Formigoni distingua il suo ruolo personale da quello istituzione. Che si possa difendere dalle accuse, ma faccia anche un passo indietro da Presidente della Regione Lombardia”. Gaffuri ha lanciato anche un appello alla Lega Nord, affinché prenda una posizione chiara e netta sulla vicenda, vista la piega che sta prendendo. Il Partito democratico, insieme all’opposizione, aveva presentato nei giorni scorsi una mozione di sfiducia in aula nei confronti di Formigoni, che era stata respinta grazie anche all’appoggio determinate del Carroccio. Ecco quindi spiegato perché Gaffuri si appella ai leghisti, senza dimenticare che tra le loro fila c’è anche Luciano Bresciani, Assessore alla Sanità.



A chiedere le dimissioni di Formigoni anche l’Italia dei Valori, che per bocca di Antonio Di Pietro ribadisce “la grave responsabilità politica evidente, documentale e provata di Formigoni che ha svenduto la trasparenza nella gestione sanitaria in Lombardia”.