Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, risulterebbe iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri di Pavia, che avrebbe versato negli anni 70 milioni di euro a Pierangelo Daccò per avere facilitazioni con l’amministrazione regionale. Lo scrive Il Corriere della Sera nella sua edizione di oggi, spiegando che le ipotesi di reato contestate sarebbe due: finanziamento illecito per la campagna elettorale delle regionali del 2010 pari a oltre mezzo milione di euro da parte di un’azienda sanitaria privata; corruzione visti i molteplici benefit di ingente valore patrimoniale (vacanze, yatch e cene) che Daccò avrebbe messo a disposizione di Formigoni.



Secondo quanto scrive il quotidiano di via Solferino, queste due contestazioni sarebbero emerse nell’ambito degli ultimi interrogatori, ma è fitto mistero sulla possibilità che possano derivare da dichiarazioni dello stesso Daccò o di Antonio Simone, consulente nella sanità, che si trovano ancora in carcere. L’avvocato di Daccò, Giampiero Biancolella, ha fatto sapere in ogni caso che dalle dichiarazioni del suo assistito non può emergere il reato di corruzione e ha chiesto che i magistrati affrontino una volta per tutte questo tema, dato che la misura di custodia cautelare su Daccò sta raggiungendo una durata record (si trova in carcere dal 15 novembre dello scorso anno). Piuttosto, ha spiegato Biancolella, è bene che gli inquirenti chiedano il rinvio a giudizio di Daccò, se ritengono di avere in mano elementi per parlare di corruzione. Dal canto suo, l’avvocato di Simone, Giuseppe Lucibello, ha spiegato che il suo assistito nell’ultimo interrogatorio ha rivendicato il proprio ruolo di esperto della legislazione della sanità nel settore del no-profit.



Daccò sembrerebbe essere comunque una figura chiave nell’ambito dell’inchiesta: viene descritto come un “apriporte in Regione”, capace di sfruttare la conoscenza personale con Formigoni per muovere le leve utili a far ottenere il riconoscimento agli ospedali delle funzioni non coperte da tariffe predefinite.

Al momento non sono giunte dichiarazioni da parte della Presidenza della Regione Lombardia. Recentemente Formigoni aveva comunque ribadito di considerare se stesso e la Regione estranei ad accertamenti giudiziari che riguarderebbero solo rapporti tra privati (la Fondazione Maugeri, Pierangelo Daccò e Antonio Simone), rimarcando che nemmeno un euro di soldi pubblici è stato dissipato.