Cari amici del nuovo think tank “Noi per l’Italia”: saluto tutti voi e tutti gli ospiti al teatro Manzoni. É un grande onore che mi abbiate chiesto un contributo video. Credo che ciò su cui il vostro progetto si fonda e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere, siano davvero di vitale importanza.

Viviamo in un mondo in cui l’ortodossia dominante si è frantumata, dove lo stato, per come è comunemente inteso, non può più operare nel modo finora abituale e in cui il settore privato, come tradizionalmente concepito, non può più proseguire sulla stessa strada. Noi, forse per la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale, abbiamo la necessità di un nuovo e autentico patto. Io credo, sulla base delle tante cose imparate dall’Italia e dai miei amici italiani, che questa nuova opzione, questo nuovo patto, si debba fondare sulla società civile. Infatti, se riusciamo a creare una società civile che sia ugualmente efficace  e nei confronti del settore privato e nel riformare il settore pubblico, possiamo creare una nuova base economica, morale e sociale per l’Occidente. 



Il compito è davvero grande, perché l’urgenza dei nostri tempi è molto concreta ed evidente a tutti gli europei. Noi abbiamo semplicemente bisogno che lo Stato funzioni in modo efficiente e che il settore privato possa condurre le proprie attività al meglio. Tutto questo è compreso nella società civile, che è il mondo delle relazioni, delle persone, il mondo che sia lo Stato che il settore privato dovrebbero in realtà servire. Dobbiamo quindi riordinare il mercato e riordinare lo Stato e chiedere alla società civile di fare tutto il possibile, dal fornire servizi pubblici al trasformare in reciprocità e bene comune il risultato del settore privato. Si tratta di qualcosa che è assolutamente necessario.



Lasciatemi ora dare un esempio sul tipo di rinnovamento che può essere ottenuto. Quando si cerca di eliminare la povertà e le disuguaglianze, uno dei fattori essenziali da tener presente è che, almeno secondo il mio punto di vista, non sarà lo Stato che potrà far uscire le persone dalla povertà. L’unico modo per combattere la povertà è di far sì che le persone possano avere accesso alla ricchezza e al mercato. 

Nel settore privato abbiamo visto che esistono delle comunità che si aggregano, trovando nuove modalità con cui trasformarsi da consumatori passivi a produttori attivi. Prendete l’esempio dell’energia: oltre 16 milioni di sterline sono stati raccolti lo scorso anno nel Regno Unito, solo dalle cooperative energetiche, nel tentativo di acquisire la produzione di energia. Questo è davvero interessante: quello che le persone hanno provato a fare è mettersi insieme, quali consumatori di energia (che spesso è molto costosa, soprattutto per i meno abbienti), aggregandosi non solo per ottenere degli sconti, ma per acquistare mezzi di produzione di energia.



A Fintry, in Scozia, la comunità si è unita per comprare una turbina eolica, con il risultato che, dopo che l’investimento nella turbina sarà completamente ripagato fra 7 anni, piu’ di mezzo milione di sterline all’anno confluiranno in quella comunità. La comunità, quindi, non solo avrà risolto i suoi problemi energetici, ma avrà anche fondi per ulteriori attività. Inoltre, con questo progetto ogni famiglia ha risparmiato circa 600 sterline all’anno. In questo modo, la società civile può radicalmente sfidare lo status quo, sia nei confronti del pubblico che del privato. Lo Stato ha accumulato su di sé il potere, in una elite che non è piu’ rappresentativa ed è scollegata dalle persone, e anche il settore privato ha concentrato potere e ricchezza: solo la società civile può consegnare ricchezza e potere alle persone, cioè, dopotutto, la vera promessa della democrazia.

Vi auguro, quindi, un buon lavoro e spero di incontrarvi presto personalmente.