La mozione di sfiducia al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, voluta dal Partito Democratico, non è andata a buon fine. La Lega Nord non ha fatto mancare infatti il suo appoggio al governatore. «La strumentalizzazione della sinistra è evidente – dice a IlSussidiario.net il vicepresidente leghista Andrea Gibelli –. Da tempo il Pd non affronta più temi di natura politica, ma continua a inseguire inchieste giornalistiche e indiscrezioni. Nulla a che fare con quello che saremmo chiamati a fare. Ad ogni modo noi continuiamo ad amministrare nel pieno rispetto dei programmi che ci siamo dati. L’azione amministrativa della Regione non è assolutamente paralizzata come dice l’opposizione».



Qual è il giudizio della Lega sulla campagna mediatica in corso? Formigoni ha qualcosa da farsi perdonare secondo voi?

Nulla accade per caso. Stanno saltando fuori adesso degli elementi risalenti a qualche anno fa. E tutto alla fine si riduce al tipo di vacanze che uno fa. Su questo ognuno si assume le responsabilità davanti agli elettori e i cittadini faranno le loro valutazioni.
Detto questo chi ha sbagliato realmente è già stato allontanato e nessuno può sostenere che la regione più efficiente d’Italia sia un luogo di corruzione diffusa. Tutti sanno che l’illegalità e la discrezionalità abitano laddove regna l’inefficienza.



Dal nuovo segretario lombardo del Carroccio, Matteo Salvini, sono arrivate dichiarazioni di un altro tipo.

Guardi, il nostro appoggio non è mai stato messo in discussione. Quello che sottolineiamo è la necessità di riportare l’azione di Regione Lombardia al centro del dibattito. Dobbiamo far tornare nell’agenda del governo il tema del federalismo, che è stato completamente dimenticato. L’impegno di Formigoni in questo senso è chiaro. Le parole di Salvini erano uno stimolo a interpretare il rapporto tra il Commissario Expo e il governo in un rapporto più leale con il territorio.



Si può dire quindi che, almeno in Lombardia, l’asse Pdl-Lega è ancora solido?

Il rapporto tra queste due forze è legato a doppio filo a un mandato elettorale che non può essere rinegoziato a seconda dell’andamento delle singole tornate elettorali. Quando avremo portato a termine il nostro incarico saranno i lombardi a valutare il nostro lavoro e le “bambinate politiche” del centrosinistra.

A livello nazionale i due partiti sono destinati a incontrarsi di nuovo secondo lei?

Sinceramente mi aspetterei uno scatto di orgoglio e di coerenza che porti il Pdl a considerare l’azione di Mario Monti esaurita. D’altra parte ha prodotto un’azione di governo opposta a quello che il Popolo della Libertà ha sempre sostenuto. I tecnici che oggi sono al potere sono dei politici di fatto con una matrice politica e culturale evidente. Non a caso stanno replicando quelle politiche già sperimentate da Prodi. Vedremo fino a quando il Pdl continuerà a perdere i suoi voti a causa di questa sua incoerenza. 

La Lega Nord, invece, è pronta al nuovo corso o la pulizia non è ancora finita? 

La transizione non è ancora finita. Ci siamo assunti la responsabilità dei nostri errori e abbiamo saputo ripulire il movimento, nonostante la spropositato attacco mediatico che la Lega ha ricevuto. Il dibattito è comunque ancora aperto e si concluderà con il congresso federale di fine mese.
Stiamo cercando altre strade, dato che l’esperienza parlamentare e riformista non ha portato a grandi risultati, non tanto per un errore politico, quanto perché questo Paese non sembra davvero in grado di riformarsi. 
 
Potreste abbandonare il Parlamento?

È una delle ipotesi in campo. In questi anni ci siamo rafforzati sul territorio per contare di più a Roma, da ora in poi potremmo concentrarci sul territorio per il territorio, considerando il rapporto con Roma da un punto di vista tattico e non strategico. 
Lo scenario dei prossimi mesi è imprevedibile, anche se è evidente che l’Europa delle nazioni si sta disgregando in favore di un’Europa delle regioni. A questo proposito proporremo, a partire dalla Lombardia, un’iniziativa sulla scia dei 23 circuiti complementari di moneta, già attivi e legali in Germania. Con una moneta territoriale locale potremo rafforzare l’economia e l’identità dei nostri territori.