Agenti delle sezioni della polizia di Stato e della Guardia di finanza di Milano hanno effettuato sequestri di beni mobili e immobili per oltre 60 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Maugeri. I sequestri, tuttora in corso, riguardano in particolare numerosi immobili, yacht, quote di società italiane ed estere, automobili di lusso e una società riferibile a Pierangelo Daccò, arrestato insieme ad altre quattro persone lo scorso aprile proprio nell’ambito della inchiesta. Allo stesso Daccò sembra siano stati sequestrati quote della società Regina Pacis, che farebbe riferimento a un albergo in Sardegna, 37 conti correnti accesi presso svariati istituti di credito, quattro immobili a Sant’Angelo Lodigiano. Gli investigatori sono arrivati inoltre a 17 immobili a Milano e provincia, ma anche in Sardegna, Liguria e Venezia; nel mirino anche un lussuoso yacht di oltre 30 metri, un Ferretti 33, ormeggiato presso il porto di Ancona e quote societarie di numerose società con sede in Italia e all’estero. E ancora: automobili e moto di grossa cilindrata, un migliaio di bottiglie di vini pregiati per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro che lo stesso Daccò aveva depositato presso la cantina del Sadler, uno dei più noti ristoranti milanesi, non coinvolto comunque nell’indagine. I sequestri, dopo essere stati chiesti dalla Procura della Repubblica (in particolare dai pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore) ed essere disposti dal giudice per le indagini preliminari Vincenzo Tutinelli, hanno coinvolto anche i beni di Antonio Simone (tra cui un complesso abitativo a Olbia e quote societarie per 20mila euro) a cui il gip di Milano contesta un riciclaggio da oltre 10 milioni di euro. Nel decreto di sequestro preventivo disposto nei confronti degli indagati, il gip scrive infatti che Simone, “in concorso con Grenci, in qualità di fiduciario svizzero, socio della Norconsulting, con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, fuori dei casi di concorso nei reati di appropriazione indebita ai danni della Fondazione Maugeri, trasferiva denaro provento di tali delitti per un importo di circa 10 mln di euro e 1 mln e 300mila dollari Usa”. 



Inoltre “compiva in relazione ad esso altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della sua provenienza delittuosa facendo transitare tali somme su conti correnti esteri riferibili a lui personalmente o a sue società, in forza di falsi contratti di consulenza, così da disperderne le tracce”. 

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