Dal 13 agosto tutti i professionisti italiani saranno obbligati a stipulare una polizza assicurativa, come previsto dal decreto legge 138 del 2011. Il provvedimento preoccupa in particolare la categoria dei medici a cui le compagnie assicurative spesso negano una polizza in caso di richiesta di risarcimento da parte dei pazienti. A lanciare l’allarme è Maurizio Maggiorotti, presidente dell’associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente (Amami), secondo cui “i cittadini rischiano di scoprire nel giro di poche settimane che al ritorno dalle vacanze diventerà pressoché impossibile farsi curare dal proprio medico di fiducia”. Come conferma l’associazione, “già da anni le compagnie assicuratrici, nel silenzio totale del governo e del Parlamento, rifiutano di assicurare i medici che hanno ricevuto una richiesta di risarcimento, evitano di assicurare i ginecologi e non coprono il danno da chirurgia estetica”. Per i quasi 15 mila medici lombardi la Regione ha quindi deciso di attivare entro il 2012 un progetto assicurativo a livello regionale, con il supporto della Centrale acquisti lombarda. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Antonello Zangrandi, professore di Programmazione e controllo delle aziende pubbliche all’Università Bocconi, secondo cui il provvedimento che entrerà in vigore da metà agosto «è assolutamente corretto e fondamentale. I sistemi assicurativi si stanno rendendo sempre più necessari per diversi motivi: innanzitutto per mantenere costantemente alta l’attenzione al rischio, un tema che nel settore della sanità, soprattutto in questi ultimi anni, è sempre più evidente. Il rischio di incidenti o di casi che possono portare a risarcimenti è sempre più elevato quindi sono dell’idea che l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa andrà nella direzione di una più elevata attenzione».
Inoltre, spiega Zangrandi, far stipulare un’assicurazione a tutti i professionisti italiani significa tutelare maggiormente i consumatori, che in questo caso sono i pazienti: «Sono questi motivi per cui il provvedimento si rende necessario e ovviamente mi auguro che le stesse compagnie assicurative possano mettere a punto polizze assolutamente adeguate al livello di rischio dei diversi professionisti con dei costi accettabili». In particolare, continua Zangrandi, i costi dovrebbero essere pensati «in funzione del livello di prevenzione del rischio e non semplicemente dell’appartenenza di un medico a una certa specialità. Bisogna tener conto anche del sistema di prevenzione del rischio presente negli ospedali che ovviamente non è uguale in tutte le strutture. In questo modo, laddove gli standard di qualità risultano più alti, si può ottenere anche un beneficio di natura economica derivante da una minora incidenza di problemi medici».
Oltre alla Lombardia, che si sta già muovendo in questa direzione, secondo Zangrandi è necessario che «vi siano in tutto il Paese politiche regionali a sostegno dei professionisti. Inoltre, insieme alla polizza, dovranno anche essere rinforzate le politiche sulla sicurezza per evitare che si generino incidenti e richieste di rimborso evitabili». In conclusione, «la preoccupazione dei medici è comprensibile ed è corretto che vi siano delle obiezioni, ma mi auguro che queste, una volta accolte dalle Regioni e nella speranza che possano tradursi in politiche di sostegno, non ostacolino l’attuazione di un provvedimento che è assolutamente necessario».
(Claudio Perlini)