Il registro delle unioni civili che il Comune di Milano è pronto ad adottare non apre la strada ai matrimoni tra coppie omosessuali. Ad assicurarlo è il sindaco Giuliano Pisapia nel giorno della seduta del consiglio comunale che, probabilmente in nottata, darà il via libera al provvedimento. L’intesa finalmente raggiunta, dopo numerosi dibattiti e polemiche, dovrebbe scongiurare il rischio di una spaccatura all’interno della maggioranza di centrosinistra che governa a Palazzo Marino.  “Escludo la possibilità che si apra la strada ai matrimoni gay, perché il nostro è un provvedimento di carattere amministrativo”, ha detto il primo cittadino di Milano. “Siamo tranquilli e auspico il voto entro stasera. Per avere matrimoni gay – ha aggiunto – servirebbe una legge del Parlamento e, probabilmente, anche un provvedimento di ordine costituzionale”. Poco prima dell’apertura dei lavori consiliari, la conferma della raggiunta intesa è arrivata anche dal capogruppo del Pd in consiglio comunale a Milano, Maria Carmela Rozza: “Accordo trovato – ha assicurato -. I cattolici del Pd si asterranno”. Ha espresso la propria soddisfazione anche Giulio Gallera, ex capogruppo Pdl e attuale segretario cittadino, secondo cui “è giusto prendere atto che in natura esistono persone che nutrono sentimenti e provano attrazione anche per persone dello stesso sesso, ed è giusto che la politica lo riconosca con serenità. Questo non deve essere in nessun modo confuso con una famiglia tradizionale, ma è giusto che le coppie omosessuali vedano riconosciuti i propri diritti”. Si va dunque verso un’approvazione praticamente sicura: oltre coloro che si asterranno, sono pronti a votare a favore del registro delle unioni civili i membri della maggioranza, più quattro consiglieri progressisti del Pdl e Mattia Calise, consigliere del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. “Dopo le parole del segretario generale, che ha definito questa delibera “più restrittiva” rispetto alla legge nazionale – ha fatto sapere l’ex vicesindaco Pdl Riccardo De Corato -, per la sentenza della Corte costituzionale del 2010 e per quella del Tar del Veneto del 2007 riteniamo questo provvedimento illegittimo. 



E al fine di un futuro ricorso contro la delibera, non partecipiamo più a nessun voto in aula”. L’approvazione finale, come già annunciato dal sindaco Pisapia, dovrebbe arrivare in nottata. 

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