Il registro delle unioni civili è stato approvato dal consiglio comunale di Milano, dopo una seduta non stop durata quasi tutta la notte (il voto conclusivo si è avuto alle tre e mezza del mattino). Il sindaco Pisapia, che aveva fatto di questo registro uno dei cavalli di battaglia che lo avevano portato alla vittoria elettorale, ha dichiarato soddisfatto che adesso è stato ridotto lo spread dei diritti civili. Ma si è affrettato ad aggiungere che Milano non ha approvato il matrimonio fra coppie omosessuali. Questo perché la sua stessa maggioranza ha rischiato di spaccarsi più volte durante il dibattito: i cattolici del Pd infatti si erano detti contrari a qualunque concessione che potesse portare a una dichiarazione a favore delle nozze tra persone dello stesso sesso. Allo stesso tempo anche nell’opposizione di centro destra si è registrata un’ala favorevole alle unioni civili. Il voto definitivo ha visto 27 consiglieri comunali dire di sì al registro delle unioni civili, sette votare no e quattro astenersi. Un dibattito, quello su questo tema, durato la bellezza di undici ore e mezza, a riprova di quanta divisione sull’argomento ci fosse in consiglio comunale. Adesso le coppie sia etero che omosessuali possono iscriversi in un apposito registro insieme alla registrazione della famiglia anagrafica. Il presidente dell’Arcigay di Milano ha commentato: “D’ora in poi nelle delibere comunali saranno parificate a chi è sposato. Anche le coppie gay. C’è voluto più tempo del previsto, ma il voto di questa notte è un segnale importante”. Questo registro dà diritto ad avere accesso solo ai servizi erogati dal comune di Milano: niente eredità dunque e tantomeno pensione di reversibilità. Tutti temi che in mancanza di una legge  livello nazionale non possono essere resi operativi. Un provvedimento, come ha detto anche il sindaco di Milano, ha solo scopo amministrativo: “Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay” ha spiegato. Nel dettaglio, i quattro astenuti sul voto sono quattro cattolici che fanno parte del Pd mentre due consiglieri dell’opposizione, Pagliuca e Tatarella, hanno votato insieme alla maggioranza di centro sinistra. 



Contro Lega Nord e Pdl. Su richiesta del Pdl dal testo definitivo è stata eliminata l’espressione “famiglia anagrafica” in cambio di quella di “unione civile”. Per evitare poi rischi di poligamia, si è scritto “due persone legate da vincoli affettivi”. Dopo Torino e Napoli, Milano diventa la terza città ad avere un registro delle coppie non sposate. 

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