Per troppa “trasparenza” la Lombardia rischia di perdere 576 presidi per il prossimo anno scolastico. La trasparenza è quella delle buste che contenevano i nomi degli esaminandi della prova scritta per il concorso per dirigenti scolastici che doveva andare a coprire 335 posizioni, e che è stata contestata da 101 candidati con un ricorso al Tar. Un vizio procedurale, dicono dal Tribunale Amministrativo lombardo, che ha per ora bloccato le nomine e che rischia di mandare in tilt l’intero sistema scolastico della Regione: una scuola su due rischia infatti di rimanere senza preside di ruolo. Non è solo lo stop del Tar a sottodimensionare il personale dei dirigenti scolastici ma l’accorpamento delle scuole, resosi più aggressivo negli ultimi anni, i pensionamenti, la mancanza di fondi per coprire tutti i posti vacanti. Un pasticcio enorme che, secondo i dati dell’Ufficio scolastico regionale, dovrebbe sfornare solo 648 presidi su 1.224 istituti. In più, 60 scuole rimarranno senza dirigente scolastico e si dovranno accontentare di un reggente, cioè, di un dirigente scolastico titolare in una scuola e che si “sdoppia” part-time in un altro: il tutto senza un raddoppio anche dello stipendio ma con un semplice indennizzo. “Siamo esterrefatti- dice Marco Zelioli, Dirigente scolastico della Scuola primaria statale “Oberdan-Porzi” di Milano e vice presidente di DiSAL, Associazione dei Dirigenti Scuole Autonome e Libere- non era mai successo che per un motivo che appare così insignificante si rischiasse di invalidare gli scritti. Oltretutto, ci sono tutti i candidati ammessi all’orale che stanno muovendosi per fare un contro-ricorso ai danni della sentenza del Tar”.



Se i numeri sono questi è probabile che per i dirigenti scolastici gli incarichi non siano doppi ma tripli.

Io ho avuto una breve esperienza di reggenza: avevo un doppio incarico in due scuole molto grandi, una con 500 e una con 700 alunni, ed è stato un bel match. Figuriamoci con tre istituti da mandare avanti visto: soprattutto in Lombardia dove le scuole hanno numeri consistenti di alunni e la quantità delle sottodimensionate costituisce una piccolissima percentuale. Direi che è impensabile seguire l’incarico con coscienza e serietà.



Per via degli ultimi accorpamenti che sono stati fatti unendo le scuole sottodimensionate?

Nella nostra Regione, gli accorpamenti sono iniziati già dal 1998. Non è una novità dell’ultim’ora.

 

I tempi sono veramente stretti: pensa che sia plausibile che la questione venga risolta prima dell’inizio dell’anno scolastico o sarà caos?

 

Il Consiglio di Stato dovrebbe prendere in esame il ricorso il 28 di agosto e a questo punto, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e decidere se sia preferibile accontentare chi si appella ad una questione del tutto marginale e opinabile, come quella sollevata dal Tar della Lombardia o non invalidare la prova e non mandare al collasso l’intero sistema scolastico. Non sto parlando del normale andamento delle lezioni che sarà, comunque, garantito poiché in classe gli insegnanti saranno presenti, ma di tutte quelle questioni gestionali ed organizzative di cui si occupano i dirigenti scolastici. Sono incombenze che spesso vengono sottovalutate ma che contribuiscono a sostenere un sistema sin troppo complicato.



 

E’, quindi, anche una questione di incarico?

 

Certo. Il nostro compito non è solo quello di controllare: quello costituisce solo una minima parte del nostro lavoro. La funzione del dirigente è soprattutto quella di indirizzo, incentivo, esempio e sprone per i giovani che frequentano la scuola. E’ per questo che non è possibile compiere a metà servizio un lavoro del genere.

 

Se dovesse fare una previsione, come pensa di muoverà il Tar?

Spero che prevalga il senso di responsabilità e non si faccia seguito ad una battaglia più che altro ideologica. Noi abbiamo bisogno quantomeno, inventandosi una forma di incarico “pro-tempore”, che le scuole siano assegnate a persone fisiche.

 

Si spieghi meglio.

Si tratterebbe di una norma di salvaguardia che tutelerebbe chi ha vinto la procedura concorsuale, ammettendoli ad una sorta di classifica, equivalente a quella che una volta era la graduatoria dei presidi incaricati e che da qualche anno non è più stata attivata. Questo permetterebbe di risolvere la situazione almeno per un anno, in attesa di vedere se sia il caso di invalidare un concorso per la presunta e, da nessuno rilevata, trasparenza di una busta.

 

Ritiene che l’intero sistema concorsuale debba essere rivisto?

Il concorso da sufficienti garanzie. Le buste erano a norma di legge e acquistate dalla Consip, il fornitore unico indicato dal Ministero. Sebbene fossero leggermente trasparenti immagino abbiano garantito ugualmente l’anonimato e la serietà dell’intero sistema: a questo punto, c’è da chiedersi se sia il caso di invalidare tutti i concorsi che abbiano presentato quelle buste.

 

L’emergenza-presidi, in Lombardia, sembra ormai essere cronica. In altre regioni come la Campania,invece, i dirigenti sono in sovrannumero. Come è possibile?

 

I posti disponibili in Lombardia sono numericamente maggiori rispetto alle altre regioni: i candidati fanno, quindi, i concorsi da noi e poi chiedono di essere trasferiti più vicino a casa. E’ una prassi consolidata ormai da anni che, di fatto, contribuisce a svuotare gli istituti lombardi