“L’accanimento terapeutico va sempre escluso, rispettando il valore supremo della vita e aspettando che ogni paziente trovi la sua morte personale”. L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha risposto alle domande di medici e pazienti nel corso di una visita all’Istituto nazionale dei tumori. Riferendosi chiaramente al recente dibattito avvenuto a seguito della scomparsa del suo predecessore, il cardinale Carlo Maria Martini, Scola ha detto che questa sua affermazione “convive molto bene e si concilia con il fatto che la vita va rispettata fino all’ultimo”. E, una volta che la vita è voluta, difesa e affermata fino in fondo “non può non essere la volontà del paziente, del medico e dei familiari ad entrare in gioco caso per caso. Questa mia affermazione non relativizza però la questione che la vita vada difesa fino all’ultimo”. Il cardinale, continuando la sua conversazione con medici e pazienti dell’Istituto nazionale dei tumori, ha poi aggiunto che “nel momento della malattia, l’uomo si pone domande sul significato della vita. A volte la clinica non basta, deve essere mediata dal rapporto interpersonale. Ed è quello che succede in posti come questo”. Angelo Scola ha successivamente spiegato che è necessario affrontare il tema “a partire non dall’ideologia, ma dalla pratica, dal bisogno dei pazienti”, aggiungendo che quello riguardante la scarsità di investimenti nella ricerca “è un problema che attanaglia il nostro Paese da tanti anni: mi auguro che si diffonda una nuova cultura politica, che faccia leva su innovazione, cultura ed educazione”. Il cardinale ha incontrato anche i piccoli pazienti dell’Istituto, con cui ha giocato a biliardino e da cui ha ricevuto un disegno con il proprio ritratto. Ha poi parlato nell’aula magna della struttura, ascoltato da circa 200 persone tra medici, pazienti e personale vario: “Questo istituto è una realtà di eccellenza, un fattore di grande civiltà per la città”, ha detto. Il cardinale Angelo Scola ha celebrato il 3 settembre scorso i funerali del cardinale Carlo Maria Martini nel Duomo di Milano, seguiti da oltre 20 mila persone radunate all’interno e all’esterno della cattedrale. 



La salma è stata poi tumulata nella navata sinistra, ai piedi dell’altare della Croce di San Carlo Borromeo, in una cerimonia privata, alla presenza dei familiari. Dopo la benedizione ai circa 6 mila fedeli presenti nel Duomo, Scola è uscito sul sagrato per ringraziare le migliaia di persone che hanno seguito la cerimonia dai maxischermi installati per l’occasione: “Portate la benedizione della Trinità ai bambini, ai più bisognosi, agli emarginati”, aveva detto.

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