Il povero Pietro Ichino si tiene la scorta armata ma non a protezioni di possibili terroristi, ma solo a protezione delle presenza di una banda armata.
Questa la sentenza della Cassazione, che addirittura scrive nella motivazione che le intenzioni della banda armata erano mirate ad uccidere Ichino e non a provocare terrore.
Credeva forse Ichino di essere uomo dello Stato? Credeva che un attacco contro di lui sarebbe stato un attacco eversivo contro un legislatore? Credeva forse che le sue tesi sulla contrattualità flessibile nel lavoro fosse una proposta alle parti sociali?
La Cassazione ha detto che la banda armata sviluppava una logica di parte, contro un sostenitore di una parte, dunque non contro l’ordinamento dello Stato.
Immediatamente il capo della banda armata ha dichiarato che Ichino è un capitalista da eliminare, e che non è lui a soffrire perché blindato dalla scorta. Ma sono loro che sono blindati in carcere. Come dire che la lotta delle parti deve essere lasciata libera.
Allora veramente stiamo precipitando nella perdita totale del senso dello Stato.
Il Presidente della Repubblica può essere intercettato. Ingroia, magistrato, può dire pubblicamente che il popolo italiano deve mandare a casa la sua classe dirigente. Gli operai della Alcoa si ritengono nel diritto di usare metodi violenti nelle loro manifestazioni, e arrivano addirittura a coprirsi il volto con i passamontagna. La cultura della flessibilità nel lavoro viene attaccata dalla sinistra di Nichi Vendola, alleata con Bersani, sostenitore della Fornero, che indice un referendum contro la legge Fornero relativa all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Non si può veramente dire cosa sono le leggi e cosa è lo Stato.
Siamo in un contesto di grande crisi politica ed economica, ma la Magistratura italiana continua a affermare la sua purezza cristallina, appesa ai suoi moderni fili d’acciaio della logica astratta, non si presenta nel suo vero compito, che è quello di valutare da uomini le leggi che devono applicare cercando di dare al popolo i criteri della convivenza. Sono Magistrati che hanno ragione, non violano la legge, la applicano, ma non sono uomini, vorrebbero solo essere più precisi che un computer.
Allora cerchiamo noi di usare la consapevolezza umana e la responsabilità. Dobbiamo lottare a fianco dei lavoratori che difendono il loro posto di lavoro, ma con la consapevolezza che le soluzioni devono essere relative allo sviluppo e non alle parti protette contro le parti non protette.
Lavoratori dell’Alcoa, la vostra lotta non si risolve su un solo stablimento, deve riguardare i minatori e i pescatori, la Sardegna deve avere un progetto da parte del Governo, legato ai settori dell’economia che si possono davvero sviluppare in Sardegna attraverso aiuti e giuste alleanze. 



Lavoratori dell’ILVA di Taranto, bisogna sconfiggere la conduzione irresponsabile dell’azienda, che ha lasciato in piedi le forme inquinanti di produzione. Il posto di lavoro si difende come patto del territorio, e non come ILVA contro Taranto. Il patto del territorio doveva essere in piedi da tempo se a governare la Regione Puglia non ci fosse il demagogo Vendola che si occupa di tutto meno che dei suoi compiti. A sua volta la Magistratura deve ottenere i metodi adeguati di produzione, e non la chiusura dello stablimento. 
I funzionari condannati severamente per pestaggi di gruppi estremisti nel G8 di Genova, stanno ancora attendendo la condanna per i gravi danneggiamenti che ha subito tutta la città nel vandalismo della parte di manifestanti che sono professioinisti internazionali, viaggiano in tutto il mondo, non si sa con che soldi, per gli atti contro ogni forma di sviluppo. Come fanno ora i NOTAV, che bloccano le autostrade senza neppure denuncie per interruzione di servizio pubblico. Che attaccano i cantieri con metodi da banda militarizzata senza che la magistratura si senta in dovere di effettuare registrazioni e denuncie. 
L’oppressione delle donne da parte di sostenitori di rigide ideologie religiose non deve essere affrontata solo quando le donne vengono uccise. La libertà religiosa in Italia deve essere nel rispetto della nostra principale religione, quella cattolica, lasciando esprimere riti e tradizioni. I registri delle coppie di fatto non sono il governo efficace delle città. I consigli comunali non legiferano sull’eutanasia e vicende simili. 
Ma più di tutto lo Stato deve tornare ad essere garantito dalle autonomie in equilibrio, come nel rapporto fra politica e magistratura. 
Insomma abbiamo bisogno che si affermi una classe dirigente capace di prendere in carico i grandi temi del superamento della crisi. Una classe dirigente che non si auto proclama, ma che viene dal consenso popolare e poi decide le alleanze per dare al Paese governi autorevoli. Vigilare amici, perché la situazione si fa grave.

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