Caro direttore,
L’articolo di Valentina Soncini mi ha molto colpito e sollecitato a tornare alla sfida che il card. Martini ha posto in vita e ci ha consegnato tornando in cielo perchè continuiamo ad assumerla dentro la concretezza dei problemi con cui abbiamo quotidianamente a che fare. In questa prospettiva vi voglio riproporre un passo di don Giussani del 1990 che ben coglieva la paternità e la magisterialità del cardinal Martini. “La nostra compagnia“, sosteneva don Giussani, “ci provoca a un cambiamento ‘cattolico’: valorizzare tutto. Se in un fenomeno ci sono 99 cose oscure e una chiara, valorizzi quella chiara. Questo è l’assoluto della vita della Chiesa: spalancare le braccia a valorizzare tutto ciò che accade, innanzitutto tra i fratelli cristiani. Questa cattolicità deve incominciare nella nostra comunità, tra le nostre comunità. Come osservava il cardinale Martini: bisogna evitare «rigidità, resistenza, convinzione di avere già tutto» e di essere nel giusto, assenza di sfumature, non ascolto, giudizio presuntuoso. Occorre «un dialogo in cui, al posto di autodifesa e di polemica, entri il vero desiderio di essere aiutati a crescere nel Mistero di Cristo» che è la Chiesa, a crescere nel Mistero della nostra compagnia“. (Luigi Giussani, Le leggi della carità, 1990).
Leggere l’articolo di Valentina Soncini e rileggere questo breve brano di don Luigi Giussani mi ha commosso, è il segno che il Signore opera dando forza al cuore di chi gli appartiene e aprendo sempre nuovi orizzonti. Questo sono stati e sono il cardinal Martini e don Giussani: la testimonianza affascinante del Dio che entra dentro la storia con una pluralità di forme. Se c’è una ricchezza che questi due testimoni ci lasciano in consegna è la consapevolezza che i carismi nelle loro diverse forme hanno un’unica impronta e vanno nella stessa direzione, quella di rendere gloria a Cristo. Questo è ciò che è appassionante, scoprire che don Giussani con Comunione e Liberazione, il cardinal Martini con il suo indefesso impegno pastorale hanno dato la vita per lo stesso scopo, perchè ogni uomo potesse riconoscere i bisogni che urgono dentro il suo cuore. E’ significativo che la Chiesa Ambrosiana abbia avuto in questi anni così decisivi due testimoni così eccezionali, entrambi capaci di dialogo con l’uomo contemporaneo perchè affezionati a Cristo. Sono grato a Valentina Soncini e a don Julian Carron perchè ci hanno provocato a non fermarci alle conseguenze, ma a guardare all’origine della loro paternità, a scoprirne il tesoro. E in questa direzione è stato interessante scoprire che la loro grandezza sia dovuta al loro totale attaccamento totale a Cristo.
Poterlo imparare oggi, poter tenere gli occhi fissi a Colui che ha lo sguardo rivolto a noi ogni attimo della nostra vita, è l’esperienza che possiamo continuare a fare grazie all’intercessione sempre più efficace del cardinal Martini e di don Giussani. Grazie.