A Milano una persona su cinque è povera. Secondo i dati del Comune in città esistono oggi 225.000 individui e 108.000 famiglie in condizione di povertà relativa. Tra le nuove emergenze compaiono gli sfratti per morosità, da qualche anno in costante aumento, oppure quella dei 40 mila anziani non autosufficienti a cui corrisponde infatti una crescita progressiva di assistenti familiari. La giunta ha dunque approvato il Piano di sviluppo del welfare 2012-2014, capace di mettere in circolo 400 milioni di euro, come ha spiegato l’assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino. Un Piano, però, da attivare il prima possibile: “Dobbiamo approvare la delibera in Consiglio entro il 30 settembre – ha detto ancora Majorino – altrimenti rischiamo di perdere i 14 milioni di fondi di provenienza statale. Mi auguro che sul documento nasca un confronto in Aula non solo perché rischiamo di perdere un finanziamento importante, ma perché su questo tema ci deve essere il contributo di tutte le forze politiche”. Il Comune, che dovrà inevitabilmente confrontarsi con il vuoto delle casse pubbliche, intende “reinventare la politica sociale” e “cambiare la cultura dell’assistenzialismo”. “Dobbiamo rimettere al centro le energie migliori – ha detto Majorino – e trasformare radicalmente l’offerta di assistenza socio-sanitaria. Creare la cultura della rete, fare alleanza, costruire sinergie. Tra tutte le istituzioni, imprese, privato sociale, volontariato, cittadinanza attiva”. Tra i vari interventi previsti dall’assessorato vi è l’attivazione di un pronto intervento sociale, attivo 24 ore su 24 e dotato di una rete di servizi di emergenza attivabili in qualsiasi momento; la realizzazione di sportelli anticrisi in ciascuna delle nove Zone dove trovare facilmente informazioni su bandi, fondi e contributi di sostegno al reddito. E ancora: tate e badanti in condivisione, servizi di assistenza a domicilio e programmi di mediazione familiare per chi si separa. IlSussidiario.net commenta i futuri interventi del Comune con Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all’Università di Milano Bicocca: «Nonostante Milano sia una delle città più ricche del Paese, la crisi morde sempre di più andando ad allargare ulteriormente il fenomeno della povertà. E’ quindi senza dubbio positivo il fatto che il Comune si sia attivato per cercare di affrontare questa difficile situazione e per mettere in campo azioni atte a contrastare il dilagante fenomeno della povertà, senza però dimenticare che stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile anche per le finanze pubbliche». Secondo il professor Blangiardo è quindi necessario che vi sia una forte sensibilità rispetto a questo tema ma, non essendoci particolari risorse, lo si deve fare con la capacità di «definire le maggiori priorità e impiegare al meglio i mezzi a disposizione, da indirizzare verso coloro che ne hanno effettivamente bisogno. Ben vengano anche iniziative originali, come le badanti in condivisione, che possono aiutare a sfruttare al massimo le poche risorse disponibili, però raccomanderei una certa attenzione per non lasciarsi prendere la mano da interventi allineati a certe visioni ma che poi non vengono apprezzati rispetto ad altri certamente più concreti e utili a persone e famiglie che si trovano in una condizione di disagio». 



Proprio perché le risorse sono poche ed è necessario ottimizzare il loro impiego, continua a spiegare Blangiardo, «dobbiamo attivare tutte quelle iniziative che spesso hanno costi molto bassi oppure che addirittura non ne hanno, ma che sono in grado di coinvolgere tutte le istituzioni che operano nel sociale, nel volontariato e più in generale nel terzo settore». Un’operazione del genere, conclude Blangiardo, «diventa in questi casi assolutamente strategica e irrinunciabile. Non si può pensare di raggiungere l’intera utenza senza tener conto di quelle reti che già operano attivamente sul territorio e che già conoscono le maggiori priorità. Andare a cogliere il reale bisogno è infatti uno di quegli obiettivi che è necessario raggiungere fin da subito».



 

(Claudio Perlini)  

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