Caro Direttore,
Da peones della politica mi permetto di intervenire sul comunicato di Mario Mauro. Ma che razza di comunicato è? Mi sono chiesto. Avesse fatto l’elogio del PPE, con qualche ideuzza che ne sta alla base. Avesse parlato della sua storia, delle ragioni, anche dritte e politiche della sua scelta, senza per questo appellarsi a Santa Madre Chiesa – e lo dico perché conosco Mauro e so che per lui la Chiesa non è una ispirazione – non avesse criticato l’incapacità a volte palese di Berlusconi e del PDL – cui del resto appartengo – di interpretare la libertas ecclesiae in ogni momento. Il PDL allo sbando da almeno due anni fa riflettere.
Poteva citare la Sua amicizia, se resta ancora, con Formigoni esageratamente impopolare non tanto nelle situazioni di rilevanza penale, ma per la stessa incapacità di approfondire quella politica sussidiaria che lo avevano reso davvero unico nel panorama politico. I temi che porta sono di chiunque accetti la candidatura del Gruppo Monti. Non penso come Cameron che l’Unione Europea sia l’anticamera degli Stati Uniti d’Europa. L’attenzione alla realtà avrebbe più nobili risultati. Ma mi fermo unicamente al tema Monti e l’Italia.
La politica di Monti non è l’unico e “nuovo discrimine della politica italiana”. Che siamo al disastro europeizzato è davanti ai nostri occhi. Che la storia del nostro paese svuotato di ogni spunto di vera accortezza alla libertà di essere e di fare è davanti agli occhi di tutti. Che Monti marginalizzi la presenza cattolica a coscienza, alla Prodi è formalizzato. Insomma, in nome di quella stessa libertà fa fare e non fare al PD/MONTI quello che vuole, questo non è un particolare uguale a zero.
Che il suo (di Mauro) andante “destino di una generazione” sia assente, perché questa generazione ha bisogno di spazi e non di una Europa economicamente unita. Che la generazione voglia ritrovare la voglia di vivere e di costruire ci sta tutto. Vivere una vita che non sia organizzata dalle grandi banche e dalle oligarchie che la conducono. Il tema non è che “il destino di una generazione” se lo gioca Grillo. Ma che da un approfondimento delle radici in cui siamo cresciuti ed educati sorgano ragioni e spazi e spunti per fare diversamente una diversa politica nuova? Che attenderci da un Partito Popolare che di cristiano ha solo la patacca e ha perduto la sua ragion d’essere?
Non si tratta di preservare i valori e basta. Ma di aprire le porte a una diversa concezione culturale. Una diversa esperienza di vita che c’è. Lo vedo nel piccolo consiglio di zona dove vivo. Sui grandi temi ideologici ci si scontra, ma quando si pone una esperienza anche la sinistra è disponibile “a venire a vedere”; spesso a misurarsi metodologicamente con passi diversi dalla ideologia. Non sempre. Per carità. Ma ci si prova….
A volte accade che si fa breccia attraverso l’esperienza. Semplici fatti, vita che si paragona. Storie. Principi storici che si riaffermano. Libertà che tende a farsi strada. O che si perde. Così chiedo a Mario di rifare un altro comunicato che parli di se stesso, delle sue ragioni del vivere e del fare politica che sono più alte e più forti di Monti e l’Europa.
Con amicizia (a voi e Mauro!)