Caro direttore, leggo sui giornali che indagini su persone indagate vengono motivate dal fatto che l’indagato “risulterebbe appartenere” – e dunque che il reato può scaturire dall’essere della Compagnia delle Opere o di Comunione e Liberazione. E un moto di ribellione mi prende.
Cito alcune frasi tratte dal Corriere della Sera: “sono ritenuti vicini alla Compagnia delle Opere. Due dei sedici arrestati sono inseriti nel direttivo della CdO di Saronno” “…dell’appartenenza ad un sistema che vede il suo vertice politico-istituzionale nel Presidente della Regione Lombardia (Formigoni non è indagato nell’inchiesta, ndr)”. “…deve essere evidenziato come più d’uno tra i referenti delle stazioni appaltanti che hanno colluso sono risultati inseriti negli ambienti di Comunione e Liberazione – Compagnia delle Opere”. “…è indicato come vicino a Comunione e Liberazione; …dell’ospedale di Vimercate, apparterrebbe allo stesso movimento”. “Per il procuratore Edmondo Bruti Liberati e per il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che ha coordinato le indagini, dall’inchiesta partita nel 2009 sono emerse «responsabilità individuali» di alcuni esponenti della Compagnia delle Opere, ma questo non implica un coinvolgimento della Cdo nel suo complesso”.
Come si può parlare in questo modo? Si tratta di uno stigma, ovvero del sedimentarsi di una immagine malignamente costruita su una appartenenza. Cioè un’aggressione che vuol passare nell’opinione comune come acquisita. Ci sono moltissime appartenenze sulle quali questo stigma non c’è. Tutta la società italiana è ricca di fatti associativi e di appartenenze. Per esempio l’immensa organizzazione delle cooperative, aderenti alla Lega. Le organizzazioni ambientaliste, che addirittura ricevono incarichi per la loro competenza. L’Arci, con il suo immenso parco di strutture, dai cacciatori agli animalisti, dalla cultura al territorio, che si occupano di tutto e ricevono finanziamenti pubblici su vasta scala da tutti i comuni d’Italia. L’associazione degli imprenditori, che svolge attività a sostegno delle sue ragioni di parte. Cosa che fanno tutte le associazioni di categoria e i sindacati. Allora perché si ragiona con la logica dei due pesi-due misure?
Si potrebbe dire che lo stigma è costruito sulla frequenza di inchieste. Ma non è così, lo spazio che la gran parte dei giornali dedica alle indagini che toccano aderenti di Cdo e Cl è di gran lunga superiore a quello che viene dedicato ad indagini che toccano altri ambienti.
I comunicati di Cl continuano a ribadire che le attività degli associati sono a responsabilità personale. Che Cl è un movimento religioso appartenente alla Chiesa cattolica. Che dunque non è della stessa natura delle associazioni economiche e sociali. Eppure anche nei commenti politici si continua a dire che Cl è presente in un partito.
Sono consapevole, in quanto membro di Cl, di avere addosso la responsabilità di non scandalizzare, perché il cristiano ha la pretesa di tendere alla santità, e per questo è oggetto di derisione da parte di coloro che vivono rifuggendo dalla fede. Per questo ricordo ai miei fratelli cristiani di essere vigilanti, per etica generale non si deve commettere reato, ma anche per chi crede di essere furbo gli ricordo di essere consapevole che siamo sempre indagati per primi a causa dell’invidia verso la bellezza dell’essere cristiani.
Ma comunque devo anche essere consapevole che sono costretto alla battaglia, ovvero a difendere il mio diritto di appartenenza contro l’ondata di pregiudizio, che non si giustifica per gli errori commessi da alcuni. Appartengo a un’associazione di esseri umani e non di alieni diversi da tutti perché santi. Ma con orgoglio mi alzo in piedi, e grido a difesa del mio diritto associativo e della mia libertà religiosa.
Chiedo ai giornalisti, a coloro che indagano, ai magistrati, di garantire le libertà che sono alla base della nostra democrazia. Lasciatemi essere cristiano, con passione e con la disponibilità all’impegno.
Per queste persone vorrei testimoniare del mio rapporto con la compagnia cristiana. Ho avuto una vita buona, grazie agli amici e al reciproco aiuto. Io non ho mai pensato che la Presenza di un fattore che mi aiuta fosse una strada percorsa per interesse egoistico, ho la prova che Cristo mi sostiene secondo un disegno a me misterioso, tanto che per il mio bene mi ha condotto dentro le circostanze sostenendomi, ma sempre portandomi a risultato utile perché potessi meglio esprimere la mia tensione ideale. Non ho perseguito l’arricchimento, ma la felicità di poter essere testimone della bellezza dell’essere cristiani.
Ma certo questa misteriosa Presenza che mi ha aiutato e sostenuto sollecita l’incredulità. Dunque potrebbe essere oggetto di sospetti. Allora devo dunque temere davanti alla giustizia? Comunque voglio dire pubblicamente che continuerò ad essere di Cl, che ringrazio per il dono di una vita nuova in una compagnia guidata al Destino.