Blitz della Guardia di Finanza, ancora nella sede della Regione Lombardia. Su delega della Procura di Milano, infatti, le Fiamme Gialle si sono recate stavolta in Consiglio regionale per acquisire documentazione amministrativo-contabile riguardante le spese sostenute dai gruppi di opposizione negli anni compresi tra il 2008 e il 2012. Gli schieramenti politici coinvolti sono dunque Pd, IdV, Sel, Pensionati e Gruppo misto (al quale si era iscritto anche l’ex Pd Penati). L’attività di acquisizione che, secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, sarebbe anche nella sua fase preliminare, arriva dopo un ordine di esibizione notificato nel dicembre scorso. Nella prima mattina di oggi, quindi, i gruppi hanno messo a disposizione degli agenti della Guardia di Finanza la documentazione richiesta. Tra i primi a commentare l’operazione c’è il capogruppo dell’Idv in Regione Lombardia, Stefano Zamponi, secondo cui la magistratura “ha il dovere di controllare tutti e gli avvisi di garanzia, se dovessero esserci anche nei nostri confronti, saranno un giusto provvedimento perché abbiamo il dovere di spiegare nel dettaglio come è stato utilizzato il denaro pubblico”. Lo stesso Zamponi ha confermato di aver “consegnato tutta la documentazione richiesta relativa a cinque anni” e di attendere ora “gli sviluppi”. Anche il capogruppo Pd in Regione, Luca Gaffuri, si è detto tranquillo: “Nella gestione dei fondi in questi anni abbiamo sempre proceduto in base alle leggi della Regione Lombardia, e siamo fiduciosi nell’operato della magistratura. Prima di Natale ci hanno chiesto di consegnare i documenti e oggi lo abbiamo fatto, come era previsto. E’ corretto che la magistratura verifichi anche la posizione dei gruppi di opposizione”. Continuano intanto gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sui costi della politica: nel centrodestra sono 62 i consiglieri indagati, sentiti in questi giorni dai pm, tra cui oggi anche l’ex assessore Raffaele Cattaneo, il quale ha spiegato di aver acquistato nel 2009 sette computer e tre stampanti per i suoi collaboratori. “Ho voluto comprare dei computer ai miei collaboratori che avevano un regolare contratto con la giunta ed erano membri della segreteria”, ha dichiarato ai cronisti l’esponente del Pdl dopo l’interrogatorio pm di Milano Paolo Filippini e Antonio D’Alessio.
“Essendo prossimi alla fine legislatura – ha poi aggiunto – era più evidente la necessità di comunicare la mia attività da consigliere regionale e mi era sembrato inopportuno che i miei collaboratori usassero mezzi della giunta regionale per fare attività a favore del consigliere Cattaneo e non dell’assessore Cattaneo”.