La scuola, la formazione professionale, l’istruzione tecnica e l’università – in una parola, il futuro degli studenti – devono essere al centro di chiunque abbia a cuore il proprio ruolo istituzionale e politico, perché è dal sistema educativo che dipendono lo sviluppo e la libertà di un popolo. Tanto nella mia attività di assessore regionale all’Istruzione, Formazione, Cultura e Lavoro, che si è appena conclusa, quanto nella mia attuale candidatura al Consiglio regionale della Lombardia, la frase chiave del mio operato è “dalla parte dei giovani, per una Lombardia con una buona scuola per un buon lavoro”. Il mio impegno è mettere lo sviluppo del capitale umano al centro dell’azione regionale.



Perché questa missione? Perché è sempre più evidente, anche nella Lombardia che avverte i segni preoccupanti della disoccupazione giovanile, che il futuro occupazionale dei giovani dipende primariamente da un efficiente raccordo e dall’integrazione tra sistema di istruzione e formazione e il mercato del lavoro. Serve cioè un nuovo patto tra scuola e imprese. Anzi, di più: se si registra ancora un certo disallineamento tra competenze formative e mercato del lavoro regionale, occorre dare il via a una nuova fase progettuale, per identificare azioni davvero capaci di favorire l’incontro fra i bisogni formativi espressi dal sistema economico e le competenze effettivamente generate dal sistema di formazione ed istruzione.



Per questo tra gli obiettivi primari del futuro governo regionale dovranno esserci lo sviluppo dell’apprendistato come forma di apprendimento in azienda, l’esperienza di tirocini in azienda già durante i percorsi di studio, gli accordi tra scuole e imprese per utilizzare i molti spazi di flessibilità dei programmi di studio per sviluppare competenze effettivamente spendibili per il lavoro. Un esempio concreto in tal senso è il nuovo servizio, attivato di recente, di orientamento e placement nelle scuole per l’accompagnamento al lavoro dei diplomati. E’ utile e va rafforzato. 

Così come bisogna continuare a sostenere il diritto allo studio con la dote scuola e gli altri strumenti di sostegno per gli studenti delle scuole statali e paritarie, per gli studenti meritevoli e i disabili, per gli studenti universitari, con un impegno economico che supera i 185 milioni di euro l’anno. Mi sono impegnata anche a continuare i progetti di ricerca e di trasferimento delle innovazioni dalle università al sistema economico, consolidando la dote ricerca e ricerca applicata per quasi 30 milioni di euro.  



A queste forme di incentivazione e aiuto economico bisogna aggiungere quelle per il contrasto alla dispersione scolastica, partendo innanzi tutto dal grande risultato del sistema di istruzione e formazione professionale regionale, che oggi vede ben 52mila studenti frequentanti con un impegno economico di Regione Lombardia di quasi 190 milioni l’anno, e che ha portato tutti gli studenti a iscriversi a un percorso di studio dopo le scuole medie. La prossima programmazione comunitaria del Fondo sociale europeo vedrà tra le priorità un ulteriore lotta alla dispersione nelle scuole e la formazione tecnica superiore, cioè l’avvio di percorsi professionalizzanti post diploma non accademici, orientati ad alte professioni tecniche.

E’ inoltre forte il mio impegno per un miglioramento della qualità della scuola, come l’ammodernamento degli edifici scolastici e la rivoluzione digitale nella scuola avviata con “Generazione Web Lombardia”, un sistema regionale di orientamento che possa supportare la scelta delle famiglie, la maggior trasparenza dei risultati delle scuole con un processo di valutazione aperto, il rafforzamento dell’autonomia fino alla modifica delle modalità di assunzione del personale che non devono essere più anonime e centralizzate, ma affidate alla responsabilità delle scuole. Solo così si potrà garantire la continuità educativa e valorizzare l’effettivo merito delle persone. Naturalmente le modifiche del reclutamento degli insegnanti e il sistema di valutazione dovranno essere attuate in accordo con il Governo centrale, ma solo lo stimolo regionale con il supporto del sistema scolastico potrà raggiungere il risultato di continuare a costruire una buona scuola per un buon lavoro.