Alla fine, pure lui si è convinto di aver vinto. E ha parlato, in una conferenza stampa attesa, ormai, da ore. Maroni è il nuovo presidente della regione Lombardia. Una vittoria ottenuta – ha spiegato – «in coerenza con la linea politica uscita dal congresso federale, riassunta nello slogan: “prima il nord”». Il segretario del Carroccio (ancora per poco, dato che a breve sarà indetto un congresso per indicare il nuovo leader) ha spiegato che alla base della sua elezione vi è l’ipotesi di costruire la macroregione del nord, un progetto volto a rendere il settentrione italiano unito e competitivo. Sia con Roma che con Bruxelles. Rispetto all’alleanza con il Pdl, invisa alla maggioranza della base del suo partito, ci ha tenuto a spiegare come si sia resa necessaria per realizzare due obiettivi: salvare la Lega («siamo riusciti,dopo le vicende note, a mantenere un consenso elevato, sopra il 4%. Il che non è stato facile. E, comunque, è un risultato superire a quello del 2001 e del 2009») e aprire una fase nuova in seno al partito, finalizzata al progetto della macroregione.  Il neopresidente, poi, ha ribadito alcuni dei punti del programma di coalizione, quali il mantenimento del 75% della tasse sul territorio che le produce e l’istituzione di  un negoziato con l’Ue per ottenere una politica agricola comune. «Ci siamo giocati – mi sono giocato! – tutto consapevole che sarebbe stato un alto rischio, ma consapevole della forza che avevamo. E siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo», ha aggiunto. Maroni ha, infine, dedicato la sua vittoria al capo della polizia, Antonio Manganelli, ricoverato per un ematoma celebrale.



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