Egregio direttore,

Sto seguendo con molto interesse il dibattito che Ilsussidiario.net sta ospitando sulle elezioni regionali in Lombardia del 24 e 25 febbraio, con le prese di posizione di alcuni dei candidati dei diversi schieramenti in campo. Vorrei dare un piccolo contributo alla riflessione spiegando perché un cittadino comune e una persona normale come me, che fino ad oggi non aveva mai fatto politica attiva, abbia deciso a 54 anni di candidarsi per la prima volta, cercando di dare il proprio contributo al bene comune. Ho trascorso quasi trent’anni prendendomi cura delle persone malate (prima come medico condotto, poi come oncologo), mi sono impegnato come volontario nel mondo del sociale e del no profit e, negli ultimi anni, sono stato al servizio delle istituzioni, prima come dirigente, poi come assessore alla Sanità di Regione Lombardia. Il mio desiderio è di mettere tutte queste esperienze a disposizione delle persone comuni, nelle convinzione profonda che una politica migliore, fatta innanzitutto di ascolto, di coinvolgimento concreto dei cittadini e di condivisione vera delle scelte, esista e possa essere praticata. Mi candido perché desidero stimolare tutti quelli che avrò l’occasione di incontrare in queste settimane a credere che una buona politica, nonostante tutto, ci sia ancora.



Alcune persone mi hanno chiesto il motivo per cui ho deciso di candidarmi con il Pdl. Le ragioni sono due. Innanzitutto sono convinto che questo partito rappresenti e proponga  meglio di tutti gli altri il modello di società in cui io credo che è quello basato sul protagonismo delle singole persone nella vita sociale e sulla libertà di scelta e di iniziativa in ogni ambito, da quello sociale a quello economico. La seconda ragione è che non voglio che si disperda quanto di buono è stato fato fino ad ora in Regione Lombardia e credo che la vittoria dell’alleanza di cui fa parte il Pdl possa garantire questo. Parlo in particolare del sistema sanitario – che è tra i migliori in Europa-, del sistema di welfare e di istruzione (con la Dote e il buono scuole), dello sviluppo economico, infrastrutturale, agricolo e turistico. C’è tanto di buono in Lombardia e ci sono risorse incredibili che meritano di essere tutelate e valorizzate. 



Questo è il mio impegno concreto per il bene comune. Lascio ad altri considerazioni e polemiche – che pure ho visto proporre a più riprese anche su “ilsussidiario” – legate a un modo di intendere la politica che io considero vecchio, basato solo su contrapposizioni, dibattiti e battibecchi sterili. Io penso, con umiltà, che si possa fare politica in maniera diversa, da un altro punto di vista. Devo questa convinzione anche all’esperienza della mia malattia (nel 2003 mi è stata diagnosticata la SLA). Sono certo che sia possibile vivere una vita piena e felice anche in presenza di limiti e difficoltà e credo nella possibilità di cambiare la modalità del rapporto tra le persone, privilegiando l’ascolto dell’altro e uno sguardo diverso che ne valorizzi la dignità e le potenzialità. Cordialmente.