Tre giorni per ricordare il VII Incontro mondiale delle famiglie dello scorso anno a Milano, o meglio, per risuscitarne l’energia, rivitalizzare la linfa rimessa in circolo in quella occasione straordinaria e commuovente. Di recente a Cernobbio le diocesi lombarde, insieme al Forum delle associazioni familiari e allo stesso comune di Cernobbio hanno promosso una revival, o meglio una sorta di rilancio culturale, dell’evento che aveva dato visibilità e voce alle famiglie di tutto il mondo, protagoniste del loro tempo e pronte a raccoglierne le sfide.
Dal contesto di Villa Erba che ha ospitato il Family at Work, tentativo locale in termini di coinvolgimento rispetto al grandioso appuntamento intercontinentale del 2012, sono stati tuttavia riproposti gli stessi accenti vibranti, lo stesso messaggio culturale segnato dalla volontà di “resistenza” delle famiglie di fronte ad un pensiero dominante che le misconosce. Il realismo, vale a dire una comprovata rilevanza sociale e “pubblica” della famiglia oggi più che mai in prima linea a contenere i rovinosi effetti della crisi, si è connesso direttamente con un avveniristico intento: “Non possiamo più tollerare che la famiglia resti ai margini del dibattito politico ed economico, non è possibile che la famiglia, vera risorsa per la ripresa economica, continui ad essere la grande esclusa” ha affermato il sindaco di Cernobbio Simona Saladini, già in apertura dei lavori, lanciando quella che lei stessa ha definito una “pazza idea”.
“Auspico che i contenuti qui emersi possano essere presentati da uno dei relatori del Family at Work di questi giorni al prossimo Forum Ambrosetti, gotha dell’economia e della finanza – ha proseguito il sindaco – in modo che la famiglia sia riconosciuta come effettivo interlocutore sui temi dell’economia e della politica”. Una “pazza idea” che, lanciata con determinazione e sostenuta da una raffica di dati, indicatori ed esperienze, ha comunque galvanizzato l’attenzione e prospettato un lavoro per alimentare una consapevolezza generalmente poco recepita dalle istituzioni e dal mondo politico, ma ancora debole anche nel tessuto sociale, nelle stesse famiglie.
“La mancanza di politiche familiari, lacuna che in Italia si trascina da decenni, e l’emarginazione della famiglia come soggetto chiave di risposta ai bisogni, è causa della situazione gravissima di crisi in cui ci troviamo” ha ricordato Pietro Boffi del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) profilando uno scenario disastroso che mentre vede la famiglia pienamente in gioco, impegnata a fronteggiare le problematiche educative, di salute e di emarginazione, è destinata a risentire gli effetti di tagli drastici dei fondi destinati alle politiche sociali che già oggi ridotti del 90%, saranno azzerati nei prossimi anni.
La titolarità del soggetto famiglia a interferire con il mondo socio-politico ed economico non poggia però soltanto sul suo configurarsi “impresa” con incidenza traducibile in dati quantificabili, ma pesca la sua capacità di influenza nel contesto in un suo tratto tipico ed essenziale. In una società segnata da precarietà e fragilità di relazioni, la famiglia pone infatti una logica diversa, per sua natura contesta la cultura che assolutizza la scelta soggettiva negando la stabilità del “legame”: lo ha sottolineato Eugenia Scabini (docente di psicologia sociale nell’Università Cattolica di Milano) indicando il “per sempre” come valore irrinunciabilmente inscritto nella relazione familiare, innovativa di per se stessa, proiettata nell’impegno di “rendere umani gli esseri umani”.
Una prerogativa affrontata dal cardinale Angelo Scola intervenuto a concludere Family di Cernobbio: “Invito a non dimenticare la natura costitutiva del soggetto famiglia da cui scaturisce il suo ruolo nella società” ha suggerito l’arcivescovo di Milano indicando nella famiglia l’unico e originale luogo dove si equilibrano e si conciliano le differenze dei sessi e le differenze fra le generazioni. Il punto sorgivo dell’esperienza comunionale − ha precisato profilando un compito ancor più pregnante per la famiglia nella società odierna − si svela nell’immagine della Trinità, dove la massima unità rispetta la più radicale delle differenze.