Il gruppo di estrema destra “Lealtà Azione” ha donato 50 euro alla Veneranda Fabbrica del Duomo per sostenere i restauri delle guglie della cattedrale. Nella giornata del 25 aprile le polemiche si sono levate altissime. Da più parti è stato chiesto alla Curia di respingere quei denari. Accettare quei soldi, si sostiene, equivarrebbe a legittimare un’associazione dichiaratamente ispirata all’ideologia nazista e razzista. Ilsussidiario ha sentito Vittorio Sgarbi che non ha dubbi in merito: quei soldi “vanno restituiti immediatamente. E con indignazione”.
Quei soldi vanno restituiti?
Il problema non si pone nemmeno: vanno restituiti e anche con indignazione. Cinquanta euro vanno bene per una donazione cieca, che uno mette nella cassetta delle offerte della chiesa. Non è che uno può mettere la firma su una donazione del genere.
La donazione è stata fatta il 19 marzo e tenuta in freezer fino a ieri, festa del 25 aprile, e i “benefattori” dicono che andranno avanti a sponsorizzare il restauro delle guglie. Non pensa che sia tutta una strumentalizzazione?
Possono andare avanti, ma la Veneranda Fabbrica deve dichiarare non gradite quelle donazioni che fanno più pubblicità al donatore che alla causa che si intende promuovere. Fossero in discussione 50-100mila euro, capirei la gravità della rinuncia. Ma così la cattiva pubblicità è più costosa dell’eventuale guadagno.
Alla costruzione del Duomo contribuirono prostitute, strozzini e altra gente poco raccomandabile. Oggi cosa occorre, un’authority che certifichi la provenienza delle donazioni?
No, non serve. Basta che la Veneranda Fabbrica dica: vanno bene sia le donazioni anonime che quelle firmate; su queste ultime si riserva di rifiutare quelle di carattere strumentale o pubblicitario. O, come in questo caso, le palesi provocazioni.
Sponsor e restauri, ancora polemiche. Secondo lei, fino a dove ci si può spingere con la pubblicità sul Duomo senza urtare la sensibilità dei milanesi?
Per fare operazioni di questo genere ci vogliono persone accorte e di buon senso, capaci di valutare, caso per caso, quali sono i reali vantaggi evitando di fare danni. È chiaro che se ho investito due milioni di euro e ho un ritorno di 10, sto sfruttando il Duomo. Diverso è cercare una compensazione affinché uno sponsor, con un pannello pubblicitario, possa almeno recuperare parte dei costi che ha sostenuto per consentire di fare dei restauri.