«Si sono create le condizioni per cui le parti potessero decidere di fare un cammino insieme. Elogio la responsabilità di tutti, sindacati e Ospedale». Dopo l’accordo raggiunto venerdì notte nella vertenza dell’Ospedale San Raffaele, parla l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Giunta Maroni, Valentina Aprea.
Assessore Aprea, un suo commento di sintesi sull’accordo finale raggiunto tra le parti e siglato all’alba di venerdì?
Credo che con l’accordo firmato tra Ospedale e sindacati del San Raffaele sia stata scritta una pagina molto importante per la vita della Lombardia, mettendo una base solida per superare una situazione di tensione che, oltre a coinvolgere molti lavoratori e una realtà sanitaria di assoluta e riconosciuta eccellenza, andava a toccare le persone più fragili che vedono nel San Raffaele il luogo dove curare se stessi o i propri cari. Questo per noi non era accettabile.
Vuole raccontarci come e su quali punti si è sbloccata una trattativa cdi fatto cristallizzata da mesi?
Si sono create le condizioni per cui le parti potessero decidere di fare un cammino insieme, individuando in un esito condiviso di questo percorso la migliore soluzione possibile, superando le criticità della storia lontana e recente di questa realtà sanitaria così importante per tutti.
In concreto?
Si sono individuate ipotesi nuove per il nodo economico, andando a percorrere nuove linee di razionalizzazione dei costi riconosciute da tutti i partecipanti al tavolo, ponendo le basi per eliminare gli aspetti che creavano ostacoli e divergenze apparentemente insanabili, trovando alternative valide ai licenziamenti, costruendo momenti di monitoraggio della situazione e ponendo le basi per una contrattazione di secondo livello rispettosa delle esigenze dei lavoratori e dell’amministrazione dell’Ospedale.
Come si è evoluta la posizione dei sindacati nello sviluppo della vicenda e qual è la sua opinione su questo punto?
Le due parti – sindacati e Ospedale San Raffaele – hanno avuto un grandissimo senso di responsabilità, di cui sono loro personalmente grata e la stessa Giunta regionale ha riconosciuto questo tratto nuovo emerso. I sindacati si sono resi disponibili a lavorare su basi nuove, anche abbandonando posizioni precedentemente assunte per trovare strumenti e interventi che fossero adeguati alle azioni di razionalizzazione proposte dell’Ospedale ma anche sostenibili per i lavoratori.
Si è parlato di una frattura all’interno dei sindacati…
Credo che siano maturate le posizioni dei sindacati di base presenti, che hanno offerto e sostenuto linee di soluzione importanti, mentre l’esperienza dei sindacati confederali ha aiutato a percorrere queste strade con metodi e responsabilità reciproche legati alla significativa storia dei nostri sindacati. In questa occasione siamo tutti maturati: noi come istituzioni, l’amministrazione dell’Ospedale, i sindacati. Senza il contributo positivo dei sindacati, che nella mia concezione sono corpi sociali intermedi indispensabili per la costruzione di un bene comune, non andiamo da nessuna parte.
Qual è stato il ruolo dell’Agenzia?
Fin dallo scorso anni abbiamo lavorato per trovare soluzioni alla situazione del San Raffaele, abbiamo seguito la vertenza qui in Lombardia e accompagnato la trattativa ministeriale (dei 244 lavoratori per cui si è proposto il licenziamento due erano relativi ad una struttura in Veneto, per cui la sede della fase formale della vertenza era il ministero del Lavoro, ndr) contribuendo alla stesura del primo accordo approvato al ministero poi bocciato dai lavoratori.
Anche il prefetto di Milano aveva tentato una mediazione…
Non ha avuto un esito positivo, nell’immediato, ma è stato sicuramente fondamentale e imprescindibile nella costruzione di questa intesa.
Torniamo alla trattativa.
Nelle scorse settimane, dopo l’avvio della nuova legislatura, con il presidente Maroni e il vicepresidente Mantovani (che hanno seguito con me in diretta tutte le fasi sostenendo la linea di un accordo) abbiamo ritenuto di tentare una mediazione anche in assenza di una formale procedura, in forza della gravissima situazione che si stava venendo a creare. In forza di questa scelta abbiamo particolarmente apprezzato l’indicazione seria che il Consiglio regionale ci ha voluto dare, con una mozione su questa vicenda approvata all’unanimità. Abbiamo riavviato il dialogo tra le parti, definendo un metodo, degli obiettivi condivisi, delle condizioni: trasparenza reciproca, evitare i licenziamenti, rispetto tra le parti sia nei comportamenti che sui contenuti.
Quindi?
Quindi sono partiti i tavoli di lavoro, tre sessioni di approfondimento e discussione, a volte insieme a volte separati, con verbale conclusivo condiviso; nella quarta sessione sembrava che la distanza non fosse facilmente superabile, per cui abbiamo deciso un aggiornamento dopo 24 ore per tentare una soluzione condivisa. L’Agenzia regionale ha offerto la sede e le professionalità tecniche per svolgere queste azioni, non smettendo mai di insistere su una responsabilità che ciascuna delle parti poteva mettere in campo nel definire un testo condiviso. Certo, non è stato semplice, ma devo dire che nessuno ha mai smesso di crederci.
Una previsione sugli scenari futuri: cosa succede scaduti i termini dell’accordo? L’intesa ha davvero tutte le condizioni per essere lungimirante?
Ora siamo nella fase in cui si devono esprimere, nelle forme dovute, i lavoratori, per poi rivederci insieme a metà settimana, con l’auspicio di arrivare alla conclusione di questo percorso. Fa ben sperare la firma unanime di tutte le realtà sindacali insieme all’Ospedale. L’intesa serve ad aprire una fase nuova, ora tocca alle parti ma l’atteggiamento dimostrato dall’amministratore delegato Nicola Bedin e da tutti i rappresentanti dei sindacati lascia ben sperare. Noi, comunque, siamo sempre disponibili a dare il nostro contributo positivo.
Con l’importante salvaguardia dei posti di lavoro si chiude un aspetto importante della vicenda San Raffaele. C’è però anche l’altro aspetto, quello della governance del polo accademico sulla quale un accordo alla fine si è trovato. Un suo commento in proposito?
I contrasti sorti tra il Cda dell’università e la nuova proprietà dell’Ospedale San Raffaele avevano paralizzato le attività di studio e tirocinio. Già la scorsa settimana avevamo verificato con il ministro Carrozza che vi erano gli spazi di un accordo transitorio che consentisse di riprendere immediatamente le attività didattiche. È evidente che non fosse nemmeno pensabile la chiusura dell’Università Vita-Salute San Raffaele, con le sue strutture d’eccellenza, i corsi innovativi, la ricerca di eccellenza. L’attuale accordo è una soluzione ponte che salva l’anno accademico e consente un percorso di rilancio.