Roberto Cassamagnaghi, classe 1948, è uno degli otto candidati sindaco alle elezioni comunali di Bresso del prossimo fine settimana. Nel 2008, sostenuto da Pdl e Lega Nord arrivò al ballottaggio e perse per soli 154 voti contro l’attuale sindaco Fortunato Zinni, sostenuto dal centrosinistra.

Oggi con che spirito si ripresenta all’elettorato?



“Con lo spirito di chi ha fatto una strenua opposizione per cinque anni: ho seguito passo passo l’evoluzione di Bresso e i cittadini mi hanno chiesto di ripresentarmi. Ed è proprio per questo che mi candido con la mia lista civica (“Per Bresso Cassamagnaghi”, ndr) senza logiche di partito: la gente si fida della persona. Ho già pronto un decalogo che spero di poter mettere in atto perché la città ne ha davvero bisogno: occorre fin da subito una rivisitazione di tutti i servizi sociali, servono parcheggi e strisce gialle e blu, bisogna alzare l’asticella sulla sicurezza. I bressesi non chiedono palazzi o musei, chiedono di poter vivere meglio, vogliono che la città sia un po’ più accogliente e… con meno buche. Il comune dovrà essere più vicino ai cittadini, ma senza fiato sul collo”.



E se andasse al ballottaggio, non accetterà apparentamenti?

“Non chiudo le porte, ma non voglio vincoli. Se sono interessati al mio programma, alla mia gestione e al bene esclusivo della città posso accettare di collaborare. Voglio che tutti sappiano che se vinco io, governeremo al di fuori delle segreterie”.

Suo figlio Paolo Maria è segretario cittadino della Lega Nord e candidato in Consiglio comunale: come si ragiona con un avversario politico in casa?

“Gli auguro di non farcela (ride, ndr). Scherzi a parte, spero di vincere io e che i consiglieri siano i miei: quest’anno, tra l’altro, il comune di Bresso è sceso sotto i trentamila abitanti, quindi gli assessori scenderanno da otto a cinque e i consiglieri da venti a sedici. Insomma, serviranno molti voti. Ma in famiglia siamo sereni: mia moglie all’inizio non era molto convinta di questa nuova candidatura, poi è diventata la mia più grande fan e l’ho nominata rappresentante della lista”.



Adriano Radaelli, il candidato della Lega, quindi proposto da suo figlio, ha dichiarato che sarebbe pronto a votare qualsiasi lista civica ad eccezione della sua.

“Mi stupiscono queste parole, forse le ha dette perché la mia è una lista alternativa al centrodestra. Io non voterei per nessuno: li ho incontrati tutti, li ho sentiti parlare in una riunione plenaria e nessuno mi ha convinto. Non c’è competenza. Andrei al mare”.