Sessanta milioni di euro disponibili subito, riduzione di un punto percentuale dell’Irap, sperimentazione di aree a burocrazia zero. Sono queste alcune delle misure varate dal Pirellone per sostenere le aziende lombarde in crisi. IlSussidiario.net ha intervistato l’assessore alle Attività produttive di Regione Lombardia, Mario Melazzini, che proprio venerdì scorso ha avuto un incontro al Ministero dello sviluppo economico per trovare una soluzione alla crisi che ha messo in ginocchio la MSD Italia di Pavia.
Assessore, ci sono sviluppi sulla vicenda MSD dopo l’incontro al Ministero?
L’incontro è andato bene. Il Ministero ha accettato di farsi carico della questione della Merck e della chiusura dello stabilimento di Pavia. Si tratta di un problema nazionale che, come tale, deve essere affrontato dal Ministero. Ho ricevuto rassicurazioni in questo senso. Il Ministero interverrà sicuramente.
Cosa accadrà adesso?
Sarà contattato il CEO americano dell’azienda per capire le motivazioni della chiusura e nei primi giorni di luglio sarà convocato un nuovo tavolo di confronto per fare il punto della situazione.
Potrebbe cambiare la posizione dell’azienda?
E’ quello che ci auguriamo. Ho espresso la mia forte contrarietà al metodo adottato dall’azienda, e in particolare dal presidente e ad italiano della Merck. La chiusura dello stabilimento è stata infatti comunicata via lettera, senza aprire nessun confronto, che invece era necessario.
Se la Merck dovesse chiudere, quale sarebbe l’impatto sull’occupazione?
La chiusura dell’azienda avrebbe un impatto molto significativo sull’economia del territorio e sull’occupazione. Per questo dobbiamo continuare a fare squadra per mantenere attivo il sito produttivo. Da parte mia non posso che confermare che Regione Lombardia metterà in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione per salvaguardare i lavoratori e l’azienda.
Può fornirci qualche dato sulle aziende lombarde in crisi?
I dati congiunturali sono ancora preoccupanti: nel primo trimestre 2013 la produzione industriale è calata del 2,4%. La contrazione dei livelli produttivi risulta diffusa a tutti i settori e colpisce maggiormente le imprese legate all’edilizia (minerali non metalliferi -21,1% e legno mobilio -7,1%) e dipendenti dai consumi delle famiglie (abbigliamento -7,3% e pelli-calzature -4,8%).
Non si salva nessuno?
Le imprese che reggono meglio sono quelle che possono contare su una fetta di mercato estero. La contrazione interessa aziende di tutte le dimensioni, ma le più colpite sono le piccole e medie imprese. Allargando un poco l’orizzonte, si può notare anche un altro dato positivo. Esso riguarda il processo di consolidamento del tessuto produttivo regionale, che negli ultimi anni ha visto una lenta evoluzione verso modelli più strutturati e nuove forme di aggregazione.
Concretamente, cosa sta facendo Regione Lombardia per sostenere le imprese in difficoltà?
Ho presentato un programma da attuare nei primi 100 giorni di governo che prevede alcune azioni.
Proviamo a elencarle.
Innanzitutto un investimento straordinario di 60 milioni di euro con l’obiettivo di sostenere la capacità competitiva delle nostre imprese, in particolare le pmi. Per fare questo abbiamo individuato tre fattori fondamentali.
Quali sono?
Vogliamo innanzitutto creare un ambiente amico delle imprese, quindi semplificare in modo deciso la burocrazia, perché non possiamo chiedere a chi gestisce un’attività di perdere tempo o ripetere più volte gli stessi adempimenti.
Poi?
Sostenere la crescita, specialmente attraverso azioni che favoriscano l’accesso al credito, stimolare e affiancare la nascita di nuove imprese, con programmi per le start up, l’internazionalizzazione, la ricerca e l’innovazione.
Quello dell’accesso al credito è uno dei problemi più sentiti dalle pmi
Nei giorni scorsi, su mia proposta, abbiamo approvato in giunta un provvedimento che mette a disposizione oltre 22 milioni di euro per rafforzare il livello di garanzia a favore delle piccole e medie imprese, facilitando l’accesso al credito tramite il sistema dei Confidi della Lombardia.
Cos’altro prevede il suo piano?
Per sostenere le imprese lombarde in difficoltà verranno messi a disposizione 3 milioni di euro per la definizione di Piani di Rilancio Aziendale, proseguirà e verrà rafforzata la Rete per l’Affiancamento alle imprese in difficoltà (RAID) e verranno rifinanziati interventi a favore di imprese colpite dal sisma (con CCIAA Mantova) per 8 milioni.
Rimangono ancora molte situazioni critiche…
Ne siamo consapevoli. Per questo riprogrammeremo le risorse sui fondi di ingegneria finanziaria, per 24 milioni, prevedendo anche il finanziamento del capitale circolante. Proseguirà anche l’azione di Credito Adesso, che ha a disposizione ancora 298 milioni, e il Fondo di Rotazione per l’Imprenditorialità a sostegno degli investimenti, con circa 40 milioni di euro. Infine, Regione Lombardia intende mettere a disposizione circa 1 miliardo per il recupero dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione.
Sono previste misure speciali per favorire l’occupazione giovanile?
Sì. Intendiamo incentivare fortemente le imprese che creano nuovi posti di lavoro attraverso un uso premiale della leva fiscale (Irap), in particolare per chi assume giovani e donne. L’anno scorso il tasso di disoccupazione giovanile in Lombardia è arrivato al 26,6%, dal 12,5% del 2008.
Basteranno le risorse che avete stanziato? Siete pronti ad aumentarle se la situazione dovesse peggiorare ancora?
Secondo le previsioni Eurostat, il nostro Paese si muoverà ancora per tutto il 2013 su un terreno negativo e per avere una effettiva ripresa dovremo aspettare il 2014. Tuttavia, nonostante si registrino criticità, la Lombardia continua a essere il motore dell’economia italiana ed europea. Siamo comunque pronti ad attuare ogni strumento che possa sostenere le eccellenze presenti sul territorio. Anche in vista di Expo 2015, che certamente non sarà solo una straordinaria vetrina, ma anche un’opportunità concreta di rilancio per le imprese.