Da qualche giorno circola la notizia secondo cui Maroni sarebbe intenzionato ad abolire il sistema dei voucher socio-assistenziali nel campo dell’assistenza domiciliare e della riabilitazione. Il Pd ha brindato all’approvazione di un ordine del giorno al Piano regionale di sviluppo che aveva presentato in Consiglio, spiegando che l’ok al provvedimento avrebbe consentito di dare l’addio ai buoni di epoca formigoniani. D’altro canto, era stato l’assessore alla Famiglia, Cristina Cantù, a supportare l’ipotesi, affermando che «Non si tratta in modo generalizzato di dare risorse in mano all’utente e far sì che questo si muova nel mercato. Ma di accompagnarlo nel percorso di scelta in un contesto di complessità e di diversificazione degli interventi». Raffaele Catteneo, presidente del Consiglio regionale lombardo sostiene che le cose stanno diversamente.



Vogliono eliminare i voucher?

L’ordine del giorno che ha votato il Consiglio regionale non dice direttamente né indirettamente che si debba abolire il sistema. Non dobbiamo confondere una lettura strumentale delle opposizioni di centrosinistra e di alcuni giornali con la realtà. L’Odg non parla di abolizione, né la maggioranza intende rinunciare ai voucher. Detto questo, alcuni consiglieri del Pdl hanno fatto bene, in ogni caso, a precisare che la libertà di scelta e i voucher, lo strumento con cui in 18 anni abbiamo applicato il principio guida della sussidiarietà, rappresentano temi non negoziabili. Tanto più che nel programma del centrodestra è stata ribadita la bontà di questo impianto.



La Cantù sembra pensarla in modo diverso.

Le sue affermazioni lasciano pensare che, effettivamente, abbia idee un po’ diverse. Ma fa pur sempre parte di una maggioranza che è stata eletta con un programma preciso e al quale come tutti noi si dovrà attenere.

Perché ritiene strumentale l’interpretazione del Pd, dato che è stato lo stesso Pd a presentare l’Odg ?

Perché le cose sono andate in maniera diversa da come sono state raccontate. Il Pd aveva presentato un Odg, il numero 30, che aveva una posizione evidente contraria ai voucher. Ma non è stato raccolto dalla maggioranza. Lo ha ritirato e ne ha prestano un altro, il 42, in cui erano stati espunti i pezzi più critici. Quest’ultimo è stato accolto. In esso, semplicemente, veniva fatto presente che non si deve lasciare il cittadino da solo con la propria libertà di scelta, ma che il compito dei servizi sul territorio e delle Asl è quello di accompagnarlo nell’orientarsi tra le molteplici opzioni.



Non è già così?

Esatto. Per questo non abbiamo avuto alcun problema ad accoglierlo. Se si fosse schierato contro i voucher, il Pdl mai e poi ma l’avrebbe votato. 

 

A dire il vero quell’ordine del giorno appare in più tratti piuttosto ambiguo. Lei può assicurare che, sul fronte dei voucher, non cambierà nulla?

Se cambierà qualcosa, cambierà in meglio, nella direzione, cioè, dell’accompagnamento del cittadino, al fine di renderlo più consapevole dei servizi che la rete offre.

 

E la Lega? Chi garantisce che il suo obiettivo non sia l’eliminazione dei buoni?

Guardi, questo è un punto troppo importante perché ci possano essere equivoci all’interno della maggioranza: per questo, ho avuto un chiarimento personale con Maroni. Lui mi ha assicurato che la sua posizione e quella della Giunta resteranno saldamente a favore della libertà di scelta e dei voucher presenti nel programma. Certo, non posso garantire circa il fatto che in parte della Lega non vi siano orientamenti garantisti. Proprio per questo, e proprio attraverso l’Odg, è stato messo nero su bianco che i buoni non saranno toccati.

 

(Paolo Nessi)