“Mai evaso nulla, siamo delle persone perbene. Viviamo in Italia, paghiamo le tasse in Italia, non facciamo finta di vivere all’estero”. A parlare, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, sono Dolce e Gabbana, ancora infuriati per quanto avvenuto nei giorni scorsi. La commissione tributaria di Milano ha confermato di recente la sentenza di primo grado, del novembre 2011, respingendo il ricorso presentato dagli avvocati dei due stilisti e confermando il pagamento di una maxi multa da circa 400 milioni di euro. Nel caso in cui questa dovesse essere confermata, i due sono pronti a chiudere. “Chi immagina un ricatto morale sui dipendenti sbaglia. Se ci meritassimo la condanna, niente da dire. Ma non la meritiamo. E comunque sì, purtroppo dovremmo chiudere”, conferma Stefano Gabbana. “Il fatto è che non abbiamo mai avvertito intorno l’orgoglio delle istituzioni per quello che rappresenta Dolce & Gabbana nel mondo – prosegue Domenico Dolce -. Come se la moda fosse una cosa secondaria. Sentiamo l’orgoglio dei milanesi e degli italiani, sì. Ma mai abbiamo avvertito questo orgoglio delle istituzioni. Mai”. Una settimana fa, inoltre, gli stilisti avevano deciso di chiudere i propri negozi milanesi per tre giorni dopo le dichiarazioni dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso, secondo cui “non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale”.