Da settembre la giunta della Regione Lombardia entrerà nel pieno dei lavori per sostenere e potenziare lo strumento della dote scuola – ex buono scuola – nato per aiutare le famiglie del territorio a scegliere per i propri figli le scuole che ritengono migliori senza essere schiacciate dall’onere delle rette degli istituiti privati. “Centralità della persona, funzione educativa della famiglia e soprattutto principio della libertà di scelta sono per noi i cardini su cui Regione Lombardia vuole fondare la sua azione”, dice il consigliere regionale del Popolo della Libertà in Lombardia Luca Del Gobbo, per anni sindaco di Magenta.



In che direzione si sta muovendo con le sue proposte in Regione?

La maggioranza in Regione, con il presidente Maroni e l’assessore Valentina Aprea, ha deciso di voler continuare e se possibile potenziare quelle agevolazioni già presenti in Lombardia, come la dote scuola, a tutela della famiglia. Mai come in questo momento la famiglia è si è vista messa da parte e trascurata.



Lo scopo è potenziare la dote scuola?

In realtà la dote scuola non è lo scopo ultimo, ma uno dei mezzi per arrivare ad a un sistema educativo che pone al centro la libertà di scelta.

Una mossa in linea con l’operato del precedente governatore Formigoni.

Sì, da una parte la volontà della giunta è stata quella di portare avanti il percorso per la libertà di educazione messo in moto anni fa in Lombardia, e dall’altra dare conferma che l’innovazione della formazione lombarda è a un livello tale da meritarsi risorse adeguate da parte del Governo centrale.

Impresa fattibile?



Da questo punto di vista la Lombardia è la regione-faro in Italia. Occorre che il Governo centrale continui a mettere in atto un pieno riconoscimento del nostro operato; in ogni caso, da un punto di vista politico è importante che la maggioranza in Consiglio su questi temi sia compatta.

Quindi la querelle che c’era stata con la Lega Nord sulle modalità di assegnazione dei voucher socio-sanitari si è appianata?

Completamente. Le dirò di più: non solo è rientrata ma – se mi posso permettere – è stata superata alla grande.

Come?

Le promesse che avevo fatto ai miei elettori spero possano essere presto soddisfatte non solo sul versante della scuola, ma anche su quello del diritto alla casa e degli aiuti alle imprese, soprattutto quelle piccole e medie. 

Che cosa bolle in pentola, quindi?

Come vicepresidente della quinta commissione le posso dire che al centro del nostro lavoro c’è anche la riforma dell’Aler. Siamo concentrati sulla realizzazione di politiche abitative a misura di famiglia. 

 

Si spieghi meglio.

La famiglia, intesa come nucleo nel quale gli individui crescono e vengono educati, come dicevo prima, dev’essere al centro di tutto. Le famiglie, con la crisi, fanno fatica a pagare affitti e mutui: quelle che versano in gravi difficoltà economiche rientrano nelle graduatorie Aler e hanno diritto ad alloggi popolari, mentre quelle appartenenti alla fascia appena sotto ne sono tagliate fuori. Ecco, il nostro scopo è quello di aiutare questa fascia “media” attraverso nuove politiche abitative elastiche e attente ai bisogni reali dei cittadini.

 

Un’idea interessante…

Soprattutto, attuabile: sogno qualcosa di simile al piano-Fanfani, che nel dopoguerra diede la possibilità a molte famiglie di avere case ad affitti calmierati e il modo di riscattare poi le abitazioni. Ma per dare una risposta concreta ai nuclei familiari lombardi, le Aler regionali devono rinnovarsi e diventare un soggetto economico con un’idea vincente di housing sociale.

 

Quantifichiamo. Ci saranno i fondi che servono per tutto questo?

Il lavoro è agli inizi e con la commissione partiremo da settembre… Al momento non siamo ancora entrati nel merito dei fondi da stanziare per questi progetti. Ma la famiglia è il centro nevralgico della società e per questo è al centro dei nostri interessi.  

 

(Maddalena Boschetto)