Dopo aver presentato un esposto alla Procura di Milano per segnalare dodici morti “sospette” nei reparti psichiatrici “Grossoni” dell’ospedale Niguarda di Milano, l’associazione “Dalle Ande agli Appennini” torna oggi a criticare duramente le “apatiche indagini preliminari” iniziate nel dicembre 2010 e che “probabilmente si chiuderanno con una archiviazione”. L’appello è rivolto in particolare al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e al pm titolare dell’inchiesta dall’ottobre 2012, Antonio D’Alessio, a cui l’associazione chiede di ascoltare le testimonianze dei pazienti ricoverati all’epoca degli abusi denunciati. Tra questi, si parla di persone trovate legate allo spallaccio, abbandonate e soffocate da un boccone del pasto, oppure decedute per infarto in piena notte senza ricevere alcun aiuto. Eppure, ha detto il presidente dell’associazione, Giorgio Pompa, “per il processo Ruby la Procura ha deciso di fare indagini solerti e fulminee”.



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