La lettera porta come titolo “ il campo è il mondo”.  In sintonia con Papa Francesco il cardinale di Milano chiama alla apertura universale verso la condizione umana, l’altro come fratello, e facendo questo produce l’affondo con il contesto concreto che noi viviamo. 

Io sento la potente chiamata del cardinale a generare la comunità metropolitana, una sfida grandiosa, perché la grande città suggerisce solo l’anonimato dell’individuo e la riuscita dominatrice delle elite. E invece per i cristiani  è vero popolo quello che trova la sua traccia nella fratellanza, perché ci sono i testimoni che tengono vivo il fatto vero della famiglia umana.



Ed ecco allora la lettera del cardinale Scola che traccia il percorso del fare insieme dentro la città, non dentro cerchie chiuse o parrocchiette.

Prendo alcuni passaggi della lettera per rendere l’idea di questo tracciato:

“Il cattolicesimo di popolo, ancora vitale sul nostro territorio, è chiamato a rinnovarsi”,



Gesù mentre prende il malesu di sé, lo circonda da ogni parte con il suo amore infinito, così che ognuno  “possa scoprire e domandare la dolcezza del Suo perdono”. 

Dio ha voluto entrare nella storia come uno di noi e cambiare la vita degli uomini attraverso una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui”.  

Il mondo si presenta come realtà dinamica “fatta dalla vita delle persone e dalle loro relazioni, dalle circostanze e dalle situazioni in cui sono immerse”. E’ costituito da tutti gli ambiti dell’esistenza quotidiana: famiglie, quartieri, scuole, università, lavoro in tutte le sue forme, modalità di riposo e di festa, luoghi di sofferenza, di fragilità, di emarginazione, luoghi di condivisione, ambiti di edificazione culturale, economica e politica…”.



Ecco la città investita dalla presenza cristiana, avere Fede è credere che la città può diventare comunità…

Cosi io cerco di vivere nella Chiesa ambrosiana, come milanese che ricorda al quartiere non il villaggio di un tempo, come puoi credere di fare a Baggio o ad Affori, ma il quartiere che adotta una guglia del Duomo, ovvero la comunità milanese che si ritrova nella sua cattedrale.