Estorsione, associazione per delinquere di stampo mafioso, false fatturazioni, favoreggiamento e impiego di manodopera clandestina. Con queste ipotesi di reato la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha arrestato oggi otto persone, presunti componenti di un’organizzazione criminale attiva in Lombardia e ritenuta diretta espressione di Cosa nostra. Dalle prime ore del mattino sono scattate perquisizioni a tappeto all’interno di società cooperative che avrebbero realizzato profitti in nero negli ultimi sei-sette anni attraverso false fatturazioni e sfruttamento della manodopera. Tra gli arrestati compaiono anche i nomi della figlia e del genero di Vittorio Mangano, l’ex stalliere di Arcore condannato per omicidio e deceduto nel luglio del 2000. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del Tribunale di Milano, Stefano Donadeo, su richiesta del sostituto procuratore della Dda Marcello Tatangelo. Gli inquirenti hanno parlato di una vera e propria “mafia imprenditoriale” e di un’associazione “che si avvale della forza dalla storia e dalla fama della realtà criminale a cui appartiene non per realizzare in via esclusiva evidenti azioni illegali bensì per entrare nel tessuto economico della zona d’appartenenza e trarne un beneficio economico”.



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