Ad aprile compirà 40 anni una delle più prestigiose scuole di teatro di Milano, “Quelli di Grock”, che è anche una compagnia teatrale; gli allievi di questa scuola spesso ne diventano gli attori. Fondata da alcuni ex studenti della scuola del Piccolo Teatro di Milano, il nome si rifà al celebre clown svizzero Grock. Tra i fondatori c’è Maurizio Nichetti, regista tra i più importanti del panorama cinematografico italiano. Suo un film come Ratataplan del 1979, un’opera ancora oggi ricordata. Lo stesso Nichetti prima di dedicarsi all’attività cinematografica ha partecipato a numerosi spettacoli della prestigiosa compagnia. E proprio Ratataplan è incentrato sulla storia di un gruppo di teatro. Per celebrare questo avvenimento così importante, lo stesso regista sta preparando una serata evento, dove racconterà la storia di “Quelli di Grock”. Per far comprendere come è nata, come si è sviluppata questa scuola, che attualmente conta ben 550 allievi, abbiamo chiesto al regista milanese di raccontarci la storia, il suo rapporto con questa realtà così famosa, i suoi progetti, il suo pensiero anche su fare arte in questi anni 2000.



Cosa ci può raccontare di questo progetto, di questa serata evento che racconterà la sua esperienza nei primi anni di Grock? 

Sarà una serata evento che si svolgerà ad aprile 2014 e ricorderà i 40 anni della nascita di “Quelli di Grock”. L’idea di fondare questa compagnia teatrale nacque nel 1974. “Quelli di Grock” poi col tempo ha raggiunto un’importanza sempre più notevole nell’ambito teatrale italiano.



Si parlerà anche di Ratataplan, il film del 1979 che ha cambiato la sua carriera di regista? 

Ratataplan in effetti è un film che ha segnato la mia vita di regista. È la storia di una compagnia teatrale, con la partecipazione di attori che allora erano allievi di “Quelli di Grock”. Alcuni di quelli poi col tempo sono entrati a farne parte stabilmente.

Da cosa venne l’intuizione di fondare questa scuola? 

È difficile spiegare come venne fuori l’idea di fondare questa scuola, questa compagnia. Eravamo tre ex allievi del “Piccolo Teatro” – io, Osvaldo Salvi e Giorgio Caldarelli-, mancava una scuola di mimo a Milano e prendemmo la decisione di dare vita a “Quelli di Grock”. In pochi anni divenne una delle realtà più importanti del mondo del teatro milanese.



Come questa scuola ha influito nel panorama teatrale di Milano? 

È una delle più importanti scuole dove si impara a diventare attori di teatro, ci sono 550 allievi, che poi spesso entrano a far parte anche di “Quelli di Grock”. Ormai fa parte della tradizione culturale di questa città.

Come è cambiato il mondo del teatro in questi anni 2000? 

Purtroppo bisogna rispondere sempre di più allo star system televisivo che influisce moltissimo su tutto quello che è cinema e teatro. 

 

E che rapporto c’è tra teatro e cinema? 

In Europa e nel resto del mondo gli attori di teatro fanno anche cinema. In Italia c’è una maggior distinzione, gli attori di cinema sentono maggiormente l’influenza della nostra tradizione neorealista. È più difficile che si faccia cinema e teatro contemporaneamente, c’è una maggiore separazione tra i due ruoli.  

 

Ha altri progetti attuali di cui vuole parlare? 

Ho altri progetti, ma che si svilupperanno negli anni, ora preferisco parlare di questa serata evento sui quarant’anni di “Quelli di Grock”, che si svolgerà appunto ad aprile. 

 

Cos’è per lei il concetto di arte? 

L’artista in ogni caso deve avere delle regole, dei canoni estetici a cui ispirarsi. Picasso prima di fare, di esprimersi in tutte le sue grandi opere, sapeva disegnare.

 

Ha altri canoni creativi in cui si esprime?

Sono insegnante di regia cinematografica, un’altra attività che amo particolarmente.

 

(Franco Vittadini)